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Dall'infanzia alla maturità, l'esistenza di Metello si snoda attraverso le tappe principali della storia di un'Italia agli albori: una nazione ritratta all'indomani dell'Unità, travagliata da duri conflitti di classe, ancora – e sempre – in cerca di se stessa.
«Quelle lotte, quei leader e quegli eroi raccontati da Pratolini sono cominciati con Spartaco, continuano oggi in Fiat e proseguiranno un giorno sulle stelle. Come può non parlare, il muratore Metello del 1894, al precario di oggi?» – dalla prefazione di Antonio Pennacchi
Firenze, 1875. Metello Salani nasce nel rione popolare di San Niccolò e, anche se si trasferisce quasi subito a vivere in campagna con gli zii, non dimentica la sua cittò d'origine. Lì è morto suo padre, annegato in Arno. Lì riconosce le sue radici. E lì da ritorno non appena gli riesce, a soli quindici anni, in cerca di lavoro e di fortuna. Sotto l'ala protettrice di Betto, il vecchio anarchico che gli farà da padre, Metello inizia a lavorare come muratore nei cantieri edili e si avvia a un apprendistato non solo nel mestiere, ma anche nella vita: muove i primi passi nel movimento sindacale, incontra Ersilia, si innamora, conosce il carcere e la lotta politica, sperimenta la tentazione e il tradimento. Dall'infanzia alla maturità, l'esistenza di Metello – tra i più carismatici e poetici personaggi di Pratolini – si snoda attraverso le tappe principali della storia di un'Italia agli albori: una nazione ritratta all'indomani dell'Unità, travagliata da duri conflitti di classe, ancora – e sempre – in cerca di se stessa.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Metello di Vasco Pratolini è un romanzo storico di formazione scritto nel 1952 ma pubblicato nel 1955. Orfano di padre, dell’anarchico Caco, morto affogato nell’Arno, e della madre morta in seno al parto fu allevato dalla famiglia Tinaj. Metello è un romanzo di crescita, di ribellione, che vede Metello bambino diventare uomo, come le prime esperienze con l’altro sesso: «La nostra fortuna con le donne è subordinata al nostro successo di esordienti che ci persuade di essere nati, almeno sotto questo punto di vista, fortunati. E di cui le donne subiscono il richiamo: è come ne portassimo addosso diciamo l’odore. Capita a Don Giovanni, come capita a D’Annunzio, o a un muratore. Viola e non Michela fu l’esordio di Metello, la sua iniziatrice». O la voglia di rivincita personale e di avere una propria indipendenza, scegliendo consapevolmente di fare un lavoro duro come quello del muratore.
Bello
Testo affascinante. Certo, nella sua costruzione potrebbe apparire semplicistico, ma niente appare più difficile in realtà che descrivere con tale lucidità il mondo e la condizione operaia del secolo scorso, in tutte le sue forme. Inoltre, non si può dimenticare la sua contestualizzazione all'interno della narrativa neorealista, con tutti i suoi canoni e le sue ambientazioni. Libro bello, da leggere
Recensioni
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