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"Per conoscere un uomo dategli uno scettro in mano". L'aforisma inerisce quanti, nella stagione di Mani Pulite (mai derubricata e ancora cogente) imperversarono all'insegna della corruttela più iniqua. E poterono farlo perché detentori di un potere che consentì loro di avere le mani in pasta e fare bottino a discapito di chi quel potere non l'aveva. Ebbene la coscienza di ciascuno farà dire se, potendolo, si sarebbero assommati a quella greppia. Di sicuro nel libro emergono le avversità cui furono oggetto quanti cercarono di perseguire le pubbliche ignominie enfiando i prezzi degli appalti e così facendo lievitare a dismisura il debito pubblico. La scusa era il finanziamento dei partiti e quindi della politica. Ma da quei fiumi di denaro originavano copiosi rivoli per imbottire le tasche personali. La corruzione e la concussione imperano ancora, con maggiore attenzione da parte di chi le perpetra. E un pool come quello di Borrelli è stato dimidiato.
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Dall'arresto di Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio, il 17 febbraio 1992, alla manifestazione di 40 mila cittadini al Palavobis di Milano per il decennale di Mani Pulite, il 23 febbraio 2002, gli autori ripercorrono le vicende della più grossa indagine mai condotta sulla corruzione politico-imprenditoriale della storia d'Europa. La marcia di avvicinamento a Bettino Craxi, raggiunto dal fatidico avviso di garanzia nel dicembre '92, dopo l'estate delle stragi politico-mafiose. La falcidie dei ministri del governo Amato. Il primo colpo di spugna, firmato da Conso. La scoperta della maxitangente Enimont, la famiglia Ferruzzi nella bufera, i suicidi di Gardini e Cagliari, e poi via via la caduta di tutti i santuari della politica e dell'industria: il Psi di Craxi, Martelli e De Michelis, la Dc di Forlani, Andreotti e Pomicino, il Pri di La Malfa, il Pli di Altissimo, il Psdi di Vizzini. E poi le tangenti rosse, con l'arresto di Greganti e Pollini e la decimazione della classe dirigente milanese, fino alle indagini su D'Alema e Occhetto. E il coinvolgimento di tutti i principali gruppi imprenditoriali: dalla Fiat a Ligresti, dall'Olivetti alla Montedison, dall'Eni all'Iri. Nel '94 la "discesa in campo" di Berlusconi con la Fininvest già pesantemente coinvolta in Tangentopoli. La vera storia dell'inchiesta sulle tangenti alla Guardia di Finanza, con un'intercettazione mai pubblicata fra Berlusconi e l'avvocato Berruti, e la ricostruzione minuto per minuto del famoso invito a comparire durante il vertice di Napoli. I segreti delle dimissioni di Di Pietro dal pool e i complotti craxiani e berlusconiani per incastrare l'ex pm davanti alla Procura di Brescia e impedirgli di entrare in politica e per infangare gli altri uomini del pool, Colombo, Davigo, D'Ambrosio e Greco. Nel '95 arrivano Stefania Ariosto e Ilda Boccassini, ed ecco lo scandalo delle "toghe sporche", ricostruito passo dopo passo attraverso microspie, intercettazioni, pedinamenti e conti bancari. Nel 1996: il centrosinistra vince le elezioni ma inaugura la politica dell'"inciucio" che approda a una serie infinita di controriforme della giustizia e culmina nelle bozze Boato della commissione bicamerale D'Alema-Berlusconi. Infine, il ritorno del Cavaliere a Palazzo Chigi e di ben 80 fra condannati e inquisiti in Parlamento. E' l'offensiva finale contro Mani Pulite: reati aboliti, giudici trasferiti, pm diffamati, minacciati di arresto e privati della scorta, processi a rischio di trasferimento da Milano a Brescia. Borrelli (il libro si conclude con una sua intervista-testamento), alle soglie della pensione, invita i cittadini a "resistere, resistere, resistere". E i cittadini scendono in piazza in difesa della "legge uguale per tutti". Gli autori rinunciano ai commenti e agli aggettivi e lasciano che siano i fatti a smentire i luoghi comuni usati nel corso degli anni contro Mani Pulite: dalle "toghe rosse"all'"accanimento giudiziario", dalle "persecuzioni politiche" alle "manette facili", dal "non poteva non sapere" alla "supplenza", dalla "guerra civile" al "colpo di stato". Molte le rivelazioni inedite, sul caso Berlusconi, ma anche sulle tangenti rosse e perfino su una probabilissima tangente "nera". Per questo il libro, prima ancora di uscire, ha subìto attacchi e tentativi di censura: la vera storia di Mani Pulite fa paura tanto alla destra quanto alla sinistra.
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