Filosofo, teologo e pedagogista austriaco naturalizzato israeliano.
Dopo la separazione dei genitori, il bimbo viene affidato ai nonni che si trovano a Lemberg, in Galizia, dove subirà l'influenza del nonno Solomon, studioso della tradizione midrash.
È sempre qui, a Lemberg, che il giovane Buber viene a conoscenza del chassidismo, movimento religioso ebraico che nel diciottesimo secolo si sviluppò tra Ucraina e Polonia.
Buber sin da giovane si avvicina ai testi di Pascal, Nietzsche e Kierkegaard.
A vent'anni aderisce al movimento sionista, fondato da Theodore Herzl.
In qualità di delegato al III Congresso Sionista di Basilea, tiene una relazione nel corso della quale, partendo dalle posizioni di Herzl, propone una via pedagogica al sionismo.
Per Buber il sionismo è fondamentalmente bisogno di conoscere le proprie radici, l'essere consapevole di un'identità ebraica in grado di aprire l'ebreo all'impegno e al confronto nel mondo.
Per quarant'anni Buber ha lavorato alla traduzione della Bibbia in tedesco, nell'idea che questo lavoro avrebbe potuto fare da esempio di un possibile dialogo fra la cultura tedesca e la tradizione ebraica.
Dal 1925 al 1933 è professore di religione ed etica ebraica all'Università di Francoforte.
Nel 1938, a causa dell'ascesa al potere di Hitler, si stabilisce a Gerusalemme, dove gli viene offerta una cattedra di antropologia e sociologia.
Continua a lavorare alla traduzione della Bibbia e nel 1946 pubblica Vie dell'Utopia.
Alla fine della Seconda guerra mondiale intraprende un giro di conferenze in Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1951 riceve il premio Goethe dall'Università di Amburgo; nel 1958 muore la moglie Paula e riceve il Premio Israele; nel 1963 gli viene conferito il premio Erasmus ad Amsterdam.
Muore il 13 giugno 1965 nella propria abitazione di Talbiyeh, a Gerusalemme.
L'emersione alla cultura europea del movimento hassidim è senz'altro in gra parte merito suo; così come si deve a lui l'affermazione del principio di intersoggettività: per Buber soggetto e intersoggettività sono infatti complementari. "In principio è la relazione", per dirlo con parole sue.