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Copertina rigida 819 9788804674573 Molto buono (Very Good) Libro usato proveniente da collezione privata,lievissime tracce d'uso sulla sovraccopertina.All'interno in ottime condizioni..
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Capolavoro da leggere assolutamente come tutti i libri che compongono la saga del Cimitero dei libri dimenticati
Consiglio tutta la saga de "Il cimitero dei libri dimenticati". Questo (cronologicamente il finale della saga, anche se andrebbe letta in ordine casuale) è uno dei migliori, un libro che accompagna, arricchisce e incuriosce.
Capolavoro: è l'unico termine che posso usare per questo bellissimo romanzo. Forse 5 stelle sono ancora poche! E' la magnifica conclusione della tetralogia "Il cimitero dei libri dimenticati" e personalmente lo considero il volume più avvincente dei quattro. Un libro che non vorresti finisse mai, che ti conquista pagina dopo pagina. Zafon è ormai un immortale della letteratura moderna. Ora cercherò di recuperare gli altri suoi testi, per respirare ancora la sua prosa unica. Anche qui una impeccabile traduzione di Bruno Arpaia.
Recensioni
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Spagna, anni 50. il regime di Francisco Franco è ormai al potere da molti anni e nessuno prova più ad opporsi e a combattere contro esso. Daniel Sempere è ormai un uomo adulto. Si è sposato con la bella Bea e ora hanno un figlio, di nome Julian. Le avventure del passato sembrano essere solo un ricordo del passato fino a quando, una notte, Daniel non si risveglia nel suo letto dopo aver sognato nuovamente il Cimitero dei Libri dimenticati. Iniziano così ad affiorare nuovamente i ricordi come quello della madre, la cui morte, ancora avvolta nel mistero, non ha mai abbandonato Daniel. Ma mentre il giovane Sempere è alle prese con il suo passato e i misteri ad esso legati, ecco che sorge una nuova oscura minaccia, che non riguarda solo Daniel ma quasi tutto il paese. Ecco dunque giungere in aiuto di Daniel Sempere, oltre al fedele e seggio Fermin, anche Alicia Gris.
Ribelle sopravvissuta alla guerra e ai suoi orrori, Aicia dovrà cercare di aiutare Daniel a far luce su alcuni aspetti della vita della sua famiglia prima che sia troppo tardi e che le ombre minacciose arrivino a portare a compimento il loro piano.
“Calò un silenzio sepolcrale e per qualche istante la sola cosa che Fermin riuscì a sentire furono i battiti del proprio cuore. Poi, con un sospiro quasi impercettibile, gli giunse il lievissimo pizzicato di qualcosa di minuscolo e leggero che si aggrappava sul coperchio del suo baule, a pochi centimetri dal suo viso. Lo riconobbe dal teneue odore, tra il dolce e l’acre,. Il suo compagno di traversata, il topolino, stava annusando tra le fessure delle assi, probabilmente fiutando l’odore del suo amico. Fermin si preparava a sibilare piano, per allontanarlo, quando improvvisamente un rumore assordante invase la stiva. La pallottola, di grosso calibro, polverizzò all’istante il roditore e trapanò senza sforzo un foro sul coperchio del baule a circa cinque centimentri dal volto di Fermin.” (Pag. 45.)
Non conoscevo, lo ammetto, Zafon e il suo lavoro. Dopo aver letto, in una notte circa, Il Labirinto degli Spiriti, mi sono precipitato a cercare gli episodi precedenti della saga delCimitero dei Libri dimenticati per farmi un’idea più precisa di questo autore e del suo lavoro.
Ne sono rimasto strabiliato e piacevolmente sorpreso.
Il Labirinto degli Spiriti è una epica conclusione della Saga, iniziata circa dieci anni fa, di Daniel Sempere che riesce, in modo magistrale, a chiudere e risolvere tutti quegli interrogativi, quei perchè e quei dubbi che erano rimasti in sospeso nei volumi precedenti.
Zafon stupisce il suo lettore con intrighi, emozioni e avventure regalandogli un volume conclusivo davvero entusiasmante ed appassionanre che, ne sono assai certo, vi terrà incollati al libro fino all’ultima pagina.
Una forza narrativa incredibile e portentosa, capace di trasportarvi accanto a Daniel e ai numerosi personaggi che popolano il libro (Alice, Valls. Lo stesso Fermin) in grado di farvi sognare ma anche di farvi riflettere mostrandovi modi diversi di vedere il mondo e le cose.
Un romanzo splendido che ho trovato perfetto in ogni singolo dettaglio, merito anche della magistrale traduzione operata da Bruno Arpaia che mantiene molto del testo originale (ebbene sì. Ho provato, sebbene con grande difficoltà, a leggere qualche pagina del testo in spagnolo).
Un vero regalo di Natale che sicuramente vorrete avere nella vostra libreria.
Consigliatissimo.
Recensione di Gabriele Scandolaro
Dodici anni dopo L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón torna con un'opera monumentale per portare a compimento la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati. Il Labirinto degli Spiriti è un romanzo inebriante.
Se dico Il Cimitero dei Libri Dimenticati e la libreria Sempere & Figli cosa vi viene in mente? E se invece parliamo del Labirinto degli Spiriti e della principessa Ariadna? Nulla, immagino. Perché questa in fondo è un'altra storia…
Un’altra oscura, gotica, immaginifica, fantasmagorica storia di Carlos Ruiz Zafón.
Nell’attesa di leggere questo romanzo, cioè l’ultimo e conclusivo episodio della quadrilogia iniziata con L’ombra del vento, sono passati ben dodici anni. Mesi di attesa convulsa per i lettori italiani perché, lo ricordiamo, Zafón aveva causato a tutti una specie di febbre, una frenesia, al punto da farci leggere e recensire anche i suoi libri per ragazzi – Il Principe della Nebbia, Il palazzo della Mezzanotte, Le luci di settembre – come fossero capolavori della letteratura. Tutto per riassaporare l’aria salmastra di Barcellona.
Da quel lontano 2004 il panorama editoriale italiano è molto cambiato. Alcuni editori sono scomparsi, i loro libri finiti nel Cimitero dei libri dimenticati, altri si sono aggrovigliati tra loro, formando grandi gruppi. Molti autori sono passati a miglior vita, forse in attesa di leggere questo finale… Ad esempio, quanto sarebbe piaciuta a Umberto Eco la nota che l’editore Mondadori scrive in esergo?
Questo libro fa parte di un ciclo di romanzi che si intrecciano nell’universo letterario del Cimitero dei Libri Dimenticati. I romanzi che compongono questo ciclo sono legati attraverso personaggi e fili argomentativi che gettano tra loro ponti narrativi e tematici, sebbene ciascuno di essi offra una storia indipendente e chiusa in se stessa.
Le varie puntate della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati possono essere lette in qualunque ordine o separatamente, consentendo al lettore di esplorare il labirinto di storie accedendovi da diverse porte e differenti sentieri, i quali, una volta riannodati, lo condurranno nel cuore della narrazione.
È un labirinto con scale escheriane che non conducono da nessuna parte, il Cimitero dei Libri Dimenticati. Questa cattedrale gotica fatta di libri attende ancora Daniel, Fermín e qualche nuovo personaggio, come la donna misteriosa che fa il suo ingresso in queste pagine, Alicia Gris, orfana e spia al soldo dei servizi segreti del Generalissimo Francisco Franco. Nel Labirinto degli Spiriti Daniel non è più il ragazzo un po’ ingenuo che abbiamo lasciato, ma un uomo alle prese con la sua famiglia e con i suoi vecchi incubi. Fermín è come sempre in cima a una vita che lo ha visto spesso in bilico, sul crinale tra il chiaro e l’oscuro. Anche la città di Barcellona è ancora lì, in attesa che qualcuno faccia chiarezza sulla morte di Isabella e sulla sequenza di eventi misteriosi avvenuti negli anni Trenta e Quaranta nel castello prigione di Montjuïc.
Come se fossimo tutti passeggeri, in viaggio su un treno in velocità, questo nuovo romanzo ci accoglie sinistro. Nessuno meglio di Zafon è capace di introdurre il lettore in mezzo alla scena, passando per un incubo:
La locomotiva cavalca furiosa su nubi di vapore nero verso una labirintica cittadella di fabbriche cattedralizie, torri affilate e un groviglio di ponti e tetti in una cospirazione di moltitudini di angoli impossibili sotto un cielo sanguinolento. Poco prima di penetrare in un tunnel che sembra non avere fine, Valls sporge la testa dal finestrino del vagone e vede che l’ingresso è sorvegliato da due grandi angeli con le ali spiegate e i denti aguzzi che spuntano dalle labbra. Un cartello sgangherato sull’architrave recita: BARCELLONA. (p. 200)
Bentornato Zafón, bentornate evoluzioni e voli pindarici, lirismo, fantasia, spiriti che riemergono da carceri putrescenti, esalazioni, eroismo e soprattutto libri maledetti. Libri per cui vale la pena morire.
Dalla Madrid della fine degli anni Cinquanta alla Barcellona degli anni Trenta, il racconto si sviluppa avanzando e arretrando, inseguendo l’autore misterioso della serie di volumi introvabili del Labirinto degli Spiriti. L’autore di questi libri, infatti, è coinvolto con il rapimento e il sequestro del Ministro della Cultura Mauricio Valls, l’uomo che incarna più di tutti i valori dell’intellighenzia madrilena del regime di Franco. La prima a scoprire e a collegare i due eventi è Alicia Gris, giovane collaboratrice dei servizi segreti, incaricata dalla polizia del regime di mettersi sulle tracce del Ministro, insieme al collega Vargas. Una coppia di investigatori assolutamente scorretti e sopra le righe porteranno alla scrittura di Carlos Ruiz Zafón forti pennellate di noir.
Per risolvere il mistero i due dovranno tornare a Barcellona, nel vecchio quartiere in cui Alicia è cresciuta, a contatto con vecchi librai antiquari. E sarà davvero un viaggio sorprendente, lungo più di 800 pagine, la conquista del finale che Zafón ha pensato per questa sua storia, un viaggio nel labirinto che tutti i lettori hanno percorso almeno una volta nella vita, un viaggio che forse è destinato a non finire mai.
Recensione di Annalisa Veraldi
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