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Anno edizione: 2016
Ispirato a un episodio reale della vita di Kafka, una storia sull'incontro fra il mondo degli adulti e quello dei bambini.
«Trascinato dal magnetismo della storia, nella complicità fra la magia dell'illusione e i misteri della narrazione, Jordi Sierra i Fabra parla ininterrottamente il linguaggio giusto per l'infanzia; quello della tenerezza, lieve come un bacio sulla guancia, breve come il tocco di una farfalla» – Manuela Trinci, L'Unità
Durante la sua quotidiana passeggiata al parco, Franz Kafka incontra una bambina, Elsi, in lacrime perché ha perso Brigida, la sua bambola. Colpito dall'intensità di quel dolore, l'autore della Metamorfosi si inventa una spiegazione per consolare la piccola: Brigida è partita per un viaggio e lui, che è il postino delle bambole, il pomeriggio seguente le recapiterà la sua lettera...
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Un racconto commovente basato su una storia vera, in cui Franz Kafka incontra una bambina che ha perso la sua bambola e decide di scriverle lettere fingendo di essere la bambola stessa. Stupendo! Consigliato a tutte le età
Un racconto commovente basato su una storia vera, in cui Franz Kafka incontra una bambina che ha perso la sua bambola e decide di scriverle lettere fingendo di essere la bambola stessa. Stupendo! Consigliato a tutte le età
Questa storia è di una tenerezza incredibile, ed ha un fascino senza tempo, consiglio di recuperarla
Recensioni
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“Non sarei mai riuscita a ottenere tutto questo senza il tuo affetto. Non sarei libera e felice se tu non mi avessi lasciata libera e felice. Ti porterò per sempre nel mio cuore.”
Quando pensate di sapere ormai tutto della vita di uno scrittore celebre e molto studiato, ecco che emergono elementi che gettano una nuova luce su di lui. È quanto accade alla figura di Kafka, del quale Jordi Sierra y Fabra racconta un episodio pressoché sconosciuto ma che emerge dal carteggio di Dora Diamant, sua compagna negli anni berlinesi. La vicenda ha inizio nel parco dello Steglitz, nel quale, durante la passeggiata pomeridiana, incontra la piccola Elsi, disperata per la perdita della sua bambola. Per consolarla, si presenta alla bambina come il “postino delle bambole” e le comunica di avere una lettera per lei da parte della bambola Brigida, partita verso nuove avventure.
Il loro è un incontro che ha qualcosa di magico, di inatteso e imprevedibile, ma allo stesso tempo necessario: in un momento in cui il blocco dello scrittore è presente più che mai e la strada sembra essere completamente smarrita, Kafka trova nuova linfa dall’incondizionata fiducia della bambina e dalle lettere che scrive per Elsi e in cui racconta le vicissitudini di Brigida, infondendo nel cuore della bambina sollievo e nuova speranza.
Non basta una semplice lettera: Elsi è forte, tenace, non si arrende; continua a chiedere notizie, a domandare nuove avventure. Kafka si trova davanti a un bivio, a una situazione che esula dalla normalità: comprende che la sua è una missione delicatissima, in cui ha il compito fondamentale di accompagnare con delicatezza la piccola fuori dal dolore per la perdita della sua amata Brigida, come fosse un lutto da elaborare e superare.
Ma quello che lo scrittore fa davvero è aiutare sé stesso: scrivere quelle lettere lo costringe a guardarsi dentro, a interrogarsi, a cercare di capire quale nuova direzione dare alla sua vita. Le lettere di Brigida diventando così una catarsi, un modo per mettersi a nudo in maniera autentica, sincera, senza filtri.
E quando Brigida, nella sua ultima missiva, lascia libera Elsi, ringraziandola per averle dato la possibilità di seguire i suoi sogni, in realtà è lo scrittore stesso che pone nelle mani della bambina il suo cuore e il suo più sincero e tenero ringraziamento.
Recensione di Marta Carrolo
A cura del Master in Editoria dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
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