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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 1996
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La narrativa di Naipaul non è facilmente godibile, ma se ci scrivi sopra una tesi di laurea impari ad apprezzarla e sei spinto ad andare più a fondo."In uno Stato libero" è il resoconto del fallimento della decolonizzazione del continente africano, nello specifico un angolo di Africa non ben identificato, dove il dominio dello straniero è ancora presente a livello culturale e metaculturale, nell'inconscia ricerca di quei simboli che avvicinino all'Occidente, visto come centro del potere.Tale ricerca si realizza concretamente sotto forma di lotte intestine fra le varie tribù, lotte in cui l'appoggio dei bianchi diviene determinante per la vittoria di Pirro finale. L'ironia amara di Naipaul è dunque evidente sin dal titolo: la libertà è solo illusoria in uno Stato dominato dai bianchi e raccontato attraverso gli occhi dei bianchi, i due viaggiatori inglesi protagonisti del terzo racconto. Gli unici ad essere liberi sono solo i "selvaggi", "the people of the bush", impersonata dai due giovani nudi dai volti dipinti che attraversano la strada percorsadalla jeep dei due protagonisti bianchi, mala oro è una libertà inutile, pagata a caro prezzo con l'auto-esclusione dalla vita politica e sociale del paese.Lo Stato libero dunque non esiste, sembra voler suggerire Sir Naipaul, l'unico uomo veramente libero è l'apolide, personificato dal vagabondo dell'introduzione, che solca il mare a bordo di una nave che col suo carico di persone provenienti da ogni dove è in sé un piccolo microcosmo.
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