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Erri De Luca torna ad attingere al proprio vissuto. Il risultato è un libro di perfetta regia e ritmo impeccabile. Insieme straordinariamente personale e civile.
«Un romanzo profondamente umano» – Robinson
"Mi può togliere un po' di libertà di movimento, ma non la libertà che sta nelle mie ragioni e convinzioni"
A quarant'anni dal processo che li ha visti uno nei panni del pentito che rivela i nomi, l'altro in quelli dell'accusato, due uomini si incrociano su un sentiero di montagna poco battuto. Il primo è vittima di un incidente, mentre il secondo chiama i soccorsi, ma non c'è più nulla da fare. E ora se ne sta di fronte al magistrato che è convinto che quella caduta dalla Cengia del Bandiaracc sia un regolamento di conti, il duello fra due vecchi compagni di lotta e amici di gioventù, ritrovatisi poi l'uno contro l'altro. Il magistrato scarta l'ipotesi dell'incidente perché per lui la coincidenza di quell'incontro in montagna è impossibile; l'uomo che ha di fronte, di buoni vent'anni più anziano, gli risponde che impossibile è la definizione di un avvenimento fino al minuto prima che accada. Subito dopo diventa inevitabile. L'impossibile accade continuamente. Allora ecco che assistiamo a un serrato confronto di domande e risposte fra il giovane magistrato e l'imputato, un uomo che ha vissuto i suoi anni interrogandosi sempre e imparando a seguire il significato profondo delle parole, onorando la lingua: "perché", dice al magistrato, "mi piace questa lingua italiana, le sue precisioni che proteggono dalle falsificazioni. La lingua è un sistema di scambio simile alla moneta. La legge punisce chi stampa biglietti falsi, ma lascia correre chi spaccia vocaboli falsi. Io proteggo la lingua che uso". Intrecciate all'interrogatorio, si susseguono sette lettere per la donna a cui il protagonista è legato - lettere magnifiche, limpide nei sentimenti, che iniziano tutte con "Ammoremio" -, nelle quali possiamo sentire una voce più calda continuare a indagare il senso riposto del vivere, dello stare insieme agli altri, delle parole "fraternità, libertà, uguaglianza". Pagina dopo pagina, ci si trova a mettere in dubbio anche le proprie più salde convinzioni, seguendo la voce pubblica e quella intima di un uomo coerente con se stesso, rigoroso eppure capace di infinita tenerezza, libero anche dentro una cella, proprio come in cima a una montagna.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
«Impossibile è la definizione di un avvenimento fino al momento prima che succeda». Interessante, sempre con la prosa-poesia inconfondibile di Erri De Luca l’autore pone il lettore dinanzi ad una scelta: con chi schierarsi? Con il tradito o con il traditore? Con il ferito o con il soccorritore? La montagna è la protagonista assoluta insieme alla lotta politica che riapre ferite mai sanate.
Per parafrasare De Luca: "ognuno ha il suo motivo per andare in montagna. Io ci vado per lasciare alle spalle il "mio" quotidiano ed appropriarmi temporaneamente di un nuovo ed esclusivo mio" Parla di cose che mi appartengono e di epoche antiche che non ho vissuto ma di cui ho molto letto. Brillante nella sua immobilità l'interrogatorio/dibattito con il magistrato che ha l'età del figlio che il protagonista non ha avuto. L'isolamento in una stanza buia ed abitata da scarafaggi, è segnato dal senso dell'udito e pulito da vittimismo ed autocommiserazione.
Romanzo introspettivo. Come molti libri, c'è riferimento alla montagna. Lo scalare non solo come atto vero e proprio ed esperienza ma anche in senso figurato. Riferimenti politici e sociali sempre presenti, con il suo fare filosofico disputa una controversia in tribunalr giocando con le parole nel suo significato più intenso... rimandando ai suoi precedenti scritti.
Recensioni
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