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Gli imbecilli sono fieri di sé, l’uomo di buon senso è altra cosa (Ortega y Gasset). L’imbecillità ci spaventa: è cecità, indifferenza o ostilità ai valori cognitivi L’imbecille è discretamente attrezzato, una corda tesa tra la bestia e il superuomo: una via di mezzo, ossia uno scemo. Le legioni di imbecilli di oggi sono molto meno imbecilli dei loro antenati- solo(..) si fanno sentire di più. Per Lacan «i non fessi errano» è ...fuori dialettica, una dialettica negativa che porta ad una aporia . «tutto ciò che ho scritto mi sembra paglia in confronto con quanto ho visto» Tommaso d’Aquino rimbecillito da una visione mistica dalla quale non si riprese più. E’ l’imbecillità (non l’ignoranza come vorrebbe l’intellettualismo) l’origine del male in un circolo ermeneutico. Ma l’imbecillità rompe l’ordine delle cause, come nel clinamen, rivelazione del nulla. Ride solo chi non sa (Brecht), ma è anche vero che la mancanza di senso del ridicolo (chiamiamolo anche cultura, educazione) è una circostanza che basta a definire un essere umano come un imbecille. Il senso del ridicolo può far uscire dall’imbecillità? Ridiamo per non piangere; il riso è il sentimento del contrario: è mossa del cavallo questa superiorità? L’imbecillità non esclude il genio: l’autocoscienza (di essere più o meno imbecilli) va di pari passo con la scoperta della mediocrità (funzione gaussiana, nell’ideale della media statistica). Siamo tutti imbecilli: per cui il peggior mediocre (mesotes: medietà aristotelica, aurea mediocritas oraziana) mira alla eccezionalità , dove la mediocrità è una norma di prudenza. Nella ragione (e nella parentela) tra ridicolo e sublime (mancato, potenziale, incoativo) non c’’è che l’ideale della pura intelligenza. Quindi è una sorta di intelligenza nella sottile confine tra imbecillità e genio, tra coscienza infelice e ilare incoscienza. Speravo in più stimoli e meno arrendevolezza alla mediocritas.
Questo divertente, colto e istruttivo libretto mi ha fornito molti elementi per individuare la mia e l'altrui imbecillità
Libro inutilmente complicato per un tema che dovrebbe essere più divertente. Forse l'autore, nonostante ciò che dica (raramente) nel testo, è preso troppo dall'ansia di distanziarsi da tale caratteristica. Sono usciti di recente altri libri molto migliori sull'argomento (vedi ad esempio "In un mondo di imbecilli", ed. Del Faro)
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