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Molto intenso, bella la concatenazione dei fatti
Mi associo al coro. Il libro è scritto molto bene, con un uso appropriato del linguaggio che riesce quindi a trasmette sensazioni e immagini con chiarezza ma in modo incisivo. L´ambientazione negli anni ´90 mi ha riportato indietro ai miei vent´anni. Dove gli appuntamenti erano rispettati, i legami erano solidi e la libertà di movimento era rispettata. Il rapporto con la sorella più grande è descritto molto bene, la piccola che vuole compiacere la grande. Un padre che, anche se non di sangue, ama la figliastra in modo profondo. Un padre o una madre non è quella che ti genera, ma quelli che si prendono curano di t, il lageme non è di sangue ma di amore. Ho apprezzato tutti i personaggi. Brava
Un libro che parla in sostanza d’amore e delle sue diverse manifestazioni. Una madre che vuole proteggere la figlia dalla delusione di scoprire che il padre biologico non è l’eroe che magari immagina; un padre putativo che ama la figlia della moglie come se fosse sua senza farle mancare niente; una bambina che adora la sorella maggiore e che vuole a tutti costi dimostrarle il suo affetto in modo innocente e diretto come solo sanno fare i bambini; ed infine una nonna che crea il legame con gli antenati della famiglia. Consigliato, struggente, emozionante e toccante.
C'è qualcosa di speciale nei racconti di famiglia; è come se racchiudessero in sé un calore particolare, una morbidezza difficilmente rintracciabile in altri scritti. Non è un discorso universale ovviamente, sono consapevole che alcuni romanzi con questo tema celino una freddezza è un'affilatura innegabili, eppure, nel mio immaginario di lettrice, i romanzi che narrano di genitori e figli, fratelli e sorelle, hanno sempre custodito una vena confortante e rassicurante, come fossero una coperta soffice nella quale ho sempre l'impressione di potermi avvolgere in caso di necessità. Forse è per questo motivo che al termine del romanzo di Bianca Cataldi, la parola che più mi risuonava nella testa era questa: morbidezza. O, forse e con maggiore probabilmente, il tema non è stato che uno strumento, ed è stata l'esecuzione di Bianca ad aver creato la dolce melodia che ho rintracciato tra queste pagine, che mi ha cullata dalla prima all'ultima nota.
Lo stile dell'autrice mi ha stupito: non perché abbia una caratteristica particolare, come l'essenzialità o un'eccessiva accuratezza, ma perché mi è sembrato reale. Leggevo ed era come se Serena stesse parlando con me, raccontandomi un suo ricordo, piuttosto che una narrazione fittizia. È strano da spiegare, ma le letture così sono tanto coinvolgenti quanto rare. L'unico difetto? In realtà di veri e propri non ne ho trovati, ma quel finale così aperto, eppure così perfetto, in un primo momento mi aveva fatto pensare di avere solo la prima metà del romanzo e che qualcuno avesse cancellato la seconda parte (cosa largamente smentita dalla presenza dei ringraziamenti subito dopo l'ultima parola). In fondo credo che questo libro sia perfetto così com'è, auto-conclusivo, ma, nonostante tutto, mi piacerebbe leggere molto un seguito o una novella con tutti i personaggi. I fiori non hanno paura delle letture è una di quelle letture che sapevo che mi sarebbe piaciuta, ma da cui non mi aspettavo che coinvolgesse a tal punto. Ho terminato il romanzo in lacrime, non tanto perché il finale fosse triste o cupo, ma perché ero talmente coinvolta nella lettura da immedesimarmi con le emozioni dei personaggi e un po' restia a lasciarli andare.
Ho capito che questo romanzo mi sarebbe piaciuto fin dal primo capitolo. Nel momento esatto in cui ho letto della bizzarra famiglia protagonista di questo romanzo, composta principalmente da donne, mi sono tornati in mente quei romanzi sudamericani del realismo magico, dove, tra tradizioni e abitudini pittoresche, sono le donne a essere il pilastro fondamentale della famiglia. Anche I fiori non hanno paura del temporale ha un che di magico, dovuto non alla presenza di un elemento paranormale vero e proprio, ma a quell'elemento bizzarro, pittoresco che domina nella famiglia delle protagoniste: due sorelle, anzi due sorellastre, perché Corinna, la più grande, non ha mai conosciuto il suo padre naturale, volatilizzatosi poco dopo la sua nascita.
L'ho comprato attratta dal titolo. Poi ho letto la sinossi e mi sono commossa: "I fiori non hanno paura del temporale" è ufficialmente il primo libro che mi ha commosso già dalla sinossi! Infine ho incominciato a leggerlo, e niente... non mi sono più fermata. Un libro scorrevole, che ti coinvolge nella storia; un libro che sa di famiglia, di affetto, di protezione, e che ti fa rimbalzare indietro nel tempo al fianco dei personaggi - tutti interessanti e ben caratterizzati; un libro da cui escono i profumi della domenica bolognese e le sensazioni legate alle piccole cose che accadono fra le mura di una casa. Scrittura e abilità narrative notevoli. Se ci fosse la sesta stella non esiterei a cliccarci su. Complimenti all'autrice!
Lo stile dell'autrice, semplice ma ricco di descrizioni ed emozioni ci permette di vivere ciò che prova la protagonista, di sentire il profumo denso e caldo del famoso ragù di carne, di percepire il calore asfissiante di un'estate bolognese (e credetemi, è davvero asfissiante!), ma anche di vivere le preoccupazioni e le incertezze di una Serena bambina che attraverso i suoi occhi inesperti ci rende partecipi della quotidianità della sua famiglia. La trama è coinvolgente, non si può fare a meno di amare tutti i personaggi e leggendo una pagina dopo l'altra si capisce quanta cura e quanto amore l'autrice Bianca Rita Cataldi abbia messo dentro questo romanzo. Racconta l'importanza del dolore, delle perdite, delle conseguenze alle decisioni prese, ma anche della gioia, della forza di andare avanti, del coraggio di affrontare la vita così come viene. Un romanzo che sa affascinare il lettore grazie alla semplicità della realtà raccontata con delicatezza ed emozione.
I fiori non hanno paura del temporale racconta di quanto sia importante una famiglia autentica e unita, di quanto sia importante coltivare i ricordi e gli affetti. La vita di Serena è un susseguirsi di figure amate, anche se quella della sorella è una figura sfuggente. Ma grazie alla vecchia Lettera 22 trovata abbandonata ai margini di una Provinciale, finalmente Serena riesce a vuotare il sacco, a scavare nel passato e a rivivere i suoi anni con Corinna. Ripercorre i momenti più importanti della loro avventura tra le vie e le piazze di Bologna, cominciata dopo l'arrivo di quella misteriosa scatola di scarpe. E' nel presente che Serena rimette in ordine i ricordi, vive ogni attimo assaporando i dettagli della sua vita trascorsa tra le mura di casa insieme alla mamma, alla nonna e alla sorella.
Vi ricordate gli anni ’90? I Nirvana, i diari segreti, gli appuntamenti telefonici, i walkman? Vi ricordate di quando non vivevamo perennemente connessi e i rapporti umani erano forti e spaventosamente fragili allo stesso tempo? Potevi incontrare una persona e, senza avere il suo numero o il suo indirizzo, perderla per sempre… Forse per questo quei rapporti assumevano tutt'altro significato, erano lenti, pochi e profondi, vicini. Ecco, il fulcro del bellissimo romanzo di Bianca Cataldi, I fiori non hanno paura del temporale, edito HarperCollins Italia è, a mio parere, proprio questo: un inno alla fragilità, che può essere un valore aggiunto, per assurdo simbolo di eternità, proprio come quei fiori, all'apparenza così fragili, che resistono ai temporali, tornando a rialzare la testa dopo la pioggia.
Mi ha incuriosito l’alone di magia che si nasconde fra le righe, i fantasmi delle zie sempre presenti, come se chi morisse non ci lasciasse mai davvero. Il personaggio di Donna Marzia, una persona estranea alla famiglia ma che riesce comunque a farne parte, perché non sono solo i legami di sangue che tengono insieme le persone. La narrazione che cambia, prima da una Serena bambina e poi da una Serena adulta, senza codini, ma con la stessa innocenza e semplicità nel cuore. La complicità fra sorelle mi ha stupito. C’è stato un momento nel libro, in cui pensavo che tutto sarebbe andato a rotoli, che Corinna avrebbe perso la pazienza distruggendo quello che stava creando con la sorella e invece lei si è comportata in modo diverso da come avrei fatto io. Per un attimo mi sono sentita sopraffatta. E credo che quando un libro riesce a suscitare emozioni del genere sia un gran libro.
La prima cosa che mi ha colpito di questo libro è il modo di scrivere dell'autrice che fa un uso sapiente e delicato di ogni parola rendendo il racconto scorrevole e mai scontato. E così, pagina dopo pagina, si viene rapiti dalla storia di Corinna, Serena e della loro bizzarra famiglia. "I fiori non hanno paura del temporale", infatti, narrando l'avventura delle due sorelle alla ricerca della verità sulle origini di Corinna, non si limita a raccontare qualcosa di intimo come la crescita personale delle protagoniste; perché, allo stesso tempo, è un romanzo corale nel quale ci vengono presentati tanti personaggi, uno più bello e particolare dell'altro, tutti parte di un puzzle che sarà comprensibile al lettore solo alla fine. Lasciatevi incantare dallo stile di Bianca Cataldi e da una storia di forti legami familiari!
Tralasciando il fatto che la cover è semplicemente meravigliosa, questo libro mi ha colpita per un motivo: l’assoluta presenza femminile. E non lo dico per questioni legate al femminismo o quant’altro, lo dico perchè tutto il testo è permeato da queste donne forti dal sangue cocciuto che sono state per me affascinanti fonti di ispirazione e ammirazione. È scritto quasi come un diario. La protagonista ci racconta in prima persona la storia e questo alone di mistero soprattutto iniziale, dona al libro quel guizzo in più che ti spinge a leggere finché non ti si chiudono gli occhi. È pregno di sentimenti e tutte le situazioni sono raccontate in modo sublime e cosi forte da rendere facilmente partecipe il lettore. La storia di Corinna è così triste che ho sentito forte il dispiacere nei suoi confronti per una serie di vicissitudini che non si meritava di subire. Il finale, però, è stato perfetto in tutti i suoi aspetti, non avrei potuto desiderare qualcosa di diverso. Anzi, ho sperato con tutta me stessa che la piega negativa che a un certo punto ha preso il libro, in qualche modo si risolvesse in modo positivo perchè non avrei sopportato un finale triste, Corinna e Serena meritavano un’altra possibilità. La prosa è ottima a mio parere. Scorrevole, attraente e mai ripetitiva. Cadenzata e con un buon ritmo, non mi sono mai annoiata e non ho avuto mai confusione o problemi nel comprenderla.
Devo dire che ho sentito particolarmente vicino questo romanzo per due motivi: il periodo storico che mi ha fatto rivivere, quegli anni in cui non esistevano i cellulari e ci si chiudeva in stanza con le cuffiette del walkman a tutto volume, riavvolgendo i nastri delle cassette con una biro. E poi per l'ambientazione, Bologna, la mia città che qui l'autrice descrivere con amore, ne ho ritrovato la bellezza, ho riconosciuto i luoghi e questo mi ha permesso di "vedere" la storia in cui mi ero immersa. La trama è coinvolgente, non si può fare a meno di amare tutti i personaggi, anche quelli che ormai non ci sono più hanno un posto speciale, sono sempre presenti nella vita di Corinna e Serena. Leggendo si capisce quanta cura e quanto amore l'autrice abbia messo dentro queste pagine, ha raccontato la forza di andare avanti, i dolori e le perdite, le conseguenze delle decisioni prese, senza nascondere nulla, ma lasciando tanta speranza nel futuro.
Un romanzo emozionante, intimo e allo stesso tempo universale, che racconta le donne e uno dei legami più forti che esista, quello tra sorelle, dove conta poco il sangue e molto il cuore. Un romanzo che serviva, che non si lascia dimenticare o posare distrattamente su uno scaffale dopo la lettura, ma le cui parole accompagnano il lettore a lungo. Mi è piaciuto immensamente: ho riso, ho pianto, mi sono arrabbiata e mi sono sentita scaldare il cuore dalle parole di Bianca Rita Cataldi, da Serena e da Corinna, da una Bologna che sembrava prendere forma attorno a me durante la lettura. Consigliatissimo!
Bianca Rita Cataldi dà nuova linfa a un tema classico della letteratura - la ricerca del padre - e proponendolo in chiave femminile e moderna trascina i lettori con sè in quella che non è solo una singolare caccia al tesoro (o caccia alle origini, ma non sono forse essere uno dei tesori che ci portiamo nel cuore?) ma è soprattutto una ricerca di sè e una scoperta dell'altra. Dire che Corinna parte alla ricerca del padre ma, di fatto, trova sua sorella sembra riduttivo, e in parte lo è, perché lungo la strada Corinna trova anche se stessa: trova quella parte di sè che stava annegando nel dolore e nelle domande senza risposta. Serena, dal canto suo, finalmente riesce a superare la porta chiusa e le cuffie, e a farsi sentire da quella che forse, sulla carta, è una sorella solo a metà, ma che nel cuore può esserlo al 110%.
Quello che amo di lei è la sua prosa poetica e delicata, il suo linguaggio ricercato, il suo modo di raccontare storie di vita vera, il suo intendere il romanticismo. La storia è quella di Serena, chiamata la Cantastorie, che ci porta nei ricordi di sua sorella in un viaggio emotivo e commovente. Ogni capitolo è un passo verso la verità, in una Bologna dove le VHS erano la moda del momento, dove ogni luogo ci sono segreti di famiglia, come quello di Corinna che si ritroverà a indossare una verità troppo grande per lei, che cambierà il suo destino. Mi fermo, dovete scoprire pagina dopo pagina l'avventura della piccola Poochie - che da grande diventerà la Cantastorie - e di Corinna con i suoi occhi troppo truccati e un vita da reinventare.
Interessante è il rapporto tra le due sorelle (o meglio sorellastre). Corinna e Serena hanno nove anni di differenza, matematicamente troppi per instaurare una complicità, specie in giovanissima età. Ancora una volta Corinna sorprende. Sarà lei a tendere la mano verso la sorellina e a coinvolgerla, facendola sentire a tutti gli effetti parte di lei. Pur essendo solo una bambina di sette anni, Serena comprende il peso di questo ruolo e cerca, a suo modo, di essere una vera spalla, sempre pronta a sorreggere la sorella fino alla fine scrivendo la loro storia. Dal punto di vista stilistico il romanzo presenta una prosa semplice e fluida con note drammatiche e malinconiche alternate a momenti di leggerezza. L’autrice riesce a catturare l’attenzione del lettore sin dalle prime righe facendogli avvertire tutti gli stati d’animo dei personaggi. Una lettura piacevole che porta a riflettere sugli errori commessi in passato e su quanto possano riversarsi nel presente. Un romanzo che fa tornare agli anni Novanta nei quali i social network erano pura fantascienza e i pranzi domenicali in famiglia la realtà.
Ciò che immediatamente colpisce di questo romanzo è la forte presenza femminile non solo da un punto di vista numerico (oltre le donne protagoniste in carne e ossa vi è la cappella di famiglia al cimitero all’interno della quale sono sepolte le zie, sorelle della nonna) ma soprattutto per l’impronta significativa che riescono a dare allo sviluppo della trama. Corinna è una ragazzina introversa che al rumore delle voci preferisce le parole impresse sulla carta, che sente le pareti della sua stanza e le pagine del diario segreto luoghi sicuri per sentirsi protetta. Eppure, man mano che il romanzo procede e le rivelazioni si susseguono, dimostra di possedere una determinazione per certi versi inusuale per una ragazzina della sua età. Affamata di risposte, non esita ad affrontare questa avventura che la porta a scavare nel passato, a provare emozioni forti e talora dolorose.
E se la storia che racconta Bianca, così come i suoi personaggi (ci arriveremo), è potente, a fare la differenza sono i dettagli. Un tavolino con le sedie in una cappella del cimitero perché le sorelle possano sedersi a spettegolare con un tè al mirtillo anche nell'aldilà. Una concezione di morte che è un abbraccio contro il dolore: ci sono, ma noi non li vediamo. Una sorellanza che non è solo quella di sangue, ma va anche oltre. Un amore così speciale da essere festeggiato il 30 febbraio. Dettagli perfetti. Che rendono il quadro finale ancora più affascinate. E personaggi talmente vividi da restarti dentro. Quello che mi è piaciuto di più è come Bianca, con semplicità e senza dotarli di chissà quale segreto, li abbia resi reali ai nostri occhi. Sono personaggi che restano impigliati nella mente del lettore e non vanno via.
Oggi mi avventuro in questa missione impossibile, perché devo assolutamente dirvi quanto mi è piaciuto I fiori non hanno paura del temporale di Bianca Rita Cataldi, in uscita proprio oggi per Harper Collins Italia. La premessa è che Bianca scrive divinamente, è una narratrice incredibile di storie che mettono alla prova i cinque sensi del lettore, che si fanno leggere con entusiasmo. La verità è che ho centellinato, misurato e goduto di ogni singola parola di I fiori non hanno paura del temporale. Ho volutamente reso la lettura meno precipitosa, più riflessiva, più d'ascolto. Perché un romanzo come questo merita attenzione. A partire dalle donne, perché Bianca ci ha regalato una storia al femminile dove le donne sono vivide e reali, forti e caparbie, bellissime, per la loro natura di guerriere, e unite. Un romanzo matriarcale e magico, di quella magia che mescola tante cose e ti fa sentire bene.
"I fiori non hanno paura del temporale" è una storia di relazioni familiari, di amori finiti troppo presto, di sorelle che si perdono forse per ritrovarsi, di padri che non si conosceranno mai e di zie che si conoscono nonostante siamo morte da decenni. Una storia sull'importanza delle radici, la prima risorsa per arrivare a toccare il cielo. Il personaggio di Serena è la voce narrante della storia, una bambina che si trova davanti alla complessità della vita. Si trova ad accompagnare la sorella in una ricerca a ritroso nel tempo, verso quelle origini che non condividono, quel padre che Corinna non ha mai conosciuto. Corinna e Serena sono sorelle solo per metà, ma l'amore non si fraziona e loro sono legate da quel sangue cocciuto che, può farsi travolgere dalle intemperie e rimanere intatto, come i fiori sono in grado di resistere al temporale, piegarsi e non spezzarsi. Una storia che è un inno alla forza delle donne, a Bologna e alle storie. Bianca Rita Cataldi si conferma un'autrice di talento, che continuerò a leggere con grande piacere.
Nonostante le donne di questo romanzo siano tante, sin dalla prima parte ci sembrerà di conoscerle da sempre, di far parte da una vita di quella famiglia, perché il modo di scrivere di Bianca è assolutamente questo, è pura magia che sembra parlare ad ognuno di noi, senza distinzioni tra età o genere. La narrazione della storia si svolge a Bologna e ogni dettaglio ne è così minuzioso e perfetto, che ci sembrerà ad ogni pagina di essere lì, a percorrere quegli odori e quelle strade. Non stupitevi se dopo la lettura vi sentirete come aver passato una giornata ballando sotto la pioggia o se vi sentirete cambiate, non stupitevi se dopo esser arrivati alla parola fine, stringerete il libro al petto cercando di lasciarlo lì per sempre. I fiori non hanno paura del temporale è un inno a quella famiglia, a quei ricordi, a quel calore di una tavola imbandita dove le portate principali sono fatte di parole e risate delle donne e delle bambine. I fiori non hanno paura del temporale è un libro di ricordi, che racconta per magia anche i nostri.
Un romanzo corale dove i personaggi sono quasi tutti donne, persone speciali dal “sangue cocciuto” che, come i fiori, non hanno paura del temporale, non si spezzano, ma, passata la bufera, sono capaci di risollevarsi più forti di prima. La storia di una grande famiglia narrata dall'autrice in prima persona, un racconto tenero e vivissimo dove i ricordi del passato sono visti con gli occhi della protagonista bambina e ci rimandano il suo stupore, la curiosità e l’incertezza per degli avvenimenti non sempre compresi e accettati. Bellissima la rievocazione delle tante zie defunte e pur tuttavia ben presenti nella vita della famiglia, bellissime la figura della nonna e, soprattutto, della sorella grande, quella ragazza coi capelli rossi dall'origine che è quasi un mistero e della quale non si deve parlare, così diversa dalle altre femmine della casa che hanno tutte i capelli scurissimi.
Tralasciando il fatto che la cover è semplicemente M E R A V I G L I O S A, questo libro mi ha colpita per un motivo: l’assoluta presenza femminile. E non lo dico per questioni legate al femminismo o quant’altro, lo dico perchè tutto il testo è permeato da queste donne forti dal sangue cocciuto che sono state per me affascinanti fonti di ispirazione e ammirazione. È scritto quasi come un diario. La protagonista ci racconta in prima persona la storia e questo alone di mistero soprattutto iniziale, dona al libro quel guizzo in più che ti spinge a leggere finché non ti si chiudono gli occhi. È pregno di sentimenti e tutte le situazioni sono raccontate in modo sublime e cosi forte da rendere facilmente partecipe il lettore. La storia di Corinna è così triste che ho sentito forte il dispiacere nei suoi confronti per una serie di vicissitudini che non si meritava di subire. Il finale, però, è stato perfetto in tutti i suoi aspetti, non avrei potuto desiderare qualcosa di diverso. Anzi, ho sperato con tutta me stessa che la piega negativa che a un certo punto ha preso il libro, in qualche modo si risolvesse in modo positivo perchè non avrei sopportato un finale triste, Corinna e Serena meritavano un’altra possibilità. La prosa è ottima a mio parere. Scorrevole, attraente e mai ripetitiva. Cadenzata e con un buon ritmo, non mi sono mai annoiata e non ho avuto mai confusione o problemi nel comprenderla. Insomma, una cover bellissima che custodisce un libro che lo è mille volte di più.
La prima cosa che mi ha colpito di questo libro è il modo di scrivere dell'autrice che fa un uso sapiente e delicato di ogni parola rendendo il racconto scorrevole e mai scontato. E così, pagina dopo pagina, si viene rapiti dalla storia di Corinna, Serena e della loro bizzarra famiglia. "I fiori non hanno paura del temporale", infatti, narrando l'avventura delle due sorelle alla ricerca della verità sulle origini di Corinna, non si limita a raccontare qualcosa di intimo come la crescita personale delle protagoniste; perché, allo stesso tempo, è un romanzo corale nel quale ci vengono presentati tanti personaggi, uno più bello e particolare dell'altro, tutti parte di un puzzle che sarà comprensibile al lettore solo alla fine. A fare da sfondo, una meravigliosa Bologna tra passato e presente, fedele custode di ricordi e segreti. Lasciatevi incantare dallo stile di Bianca Cataldi e da una storia di forti legami familiari!
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