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Da brivido.Troppo straziante,ma efficace.Lo consiglio.
«Nel giugno del 1942, a Leopoli, in circostanze insolite, una giovane SS che stava per morire mi confessò i suoi delitti. Voleva morire in pace, mi disse, dopo avere ottenuto il perdono da un ebreo. Ritenni di dover rifiutarglielo. Questa vicenda continua a tormentarmi. Così decisi di fissarla per iscritto, e alla fine del mio racconto rivolgo la domanda che ancor oggi merita una riposta, per il suo significato politico, filosofico e religioso: ho avuto ragione o torto negando il perdono?». Infine decide di raccontare quella vicenda (e lo fa con grande intensità) per chiedere a se stesso e ad altri testimoni e intellettuali se ha commesso un errore, negando il perdono. Nasce così Il girasole, pubblicato per la prima volta nel 1970 e ora arricchito da nuovi contributi: l'angosciata domanda di Wiesenthal suscita una riflessione collettiva sul tema del perdono da parte di filosofi, storici e teologi.
Io sono ebreo e come tale destinato all'annientamento tu sei un giovane SS, sei diventato un assassino per scelta e ora mi chiedi perdono per il dolore inguaribile che hai inflitto al mio popolo. Hai commesso un crimine orrendo, indimenticabile, ma quando morirai avrai il tuo girasole sulla tua tomba, io invece sono destinato a passare per il camino nessuna tomba nessun girasole saro' solo cenere da concime. A me, che guardo la morte in faccia ogni giorno chiedi perdono, ma sono io quello che puo' perdonare a nome di tutto il mio popolo i crimini da te commessi? Ci avete sterminati a milioni e milioni, nessun perdono per l'ebreo, io invece da ebreo non mi capacito, non so se ho fatto la cosa giusta negando il perdono ad un uomo morente. Un libro meraviglioso, Simon chiede aiuto a chiunque sia in grado di ascoltarlo, a chiunque sia in grado di comprendere questo suo dilemma. Bellissime le lettere che gli pervengono da ogni parte del mondo per poter confortare Simon, per poterlo aiutare a sciogliere questo suo nodo che gli stringe la gola.
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