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Apprezzo lo sforzo di voler spaziare in altri generi, ma il libro è mediocre e la scrittura è molto al di sotto degli altri suoi lavori. È un Thriller non proprio riuscito bene, che si legge, ma che scorre solo alla fine. Per il resto è molto prolisso e allungato. A tratti molto poco avvincente
Apprezzo molto Isabel Allende come scrittrice, ma questo romanzo devo dire che non mi ha particolarmente entusiasmato. Non mi aspettavo un thriller mozzafiato, che faceva trattenere il respiro fino all'ultima pagina, ma nemmeno una narrazione tanto prolissa, stesa in (eccessive) 462 pagine. Personalmente avrei smaltito un po' alcune descrizioni inutili che erano davvero spropositate e noiose, magari aggiungendo e approfondendo l'indagine, che è stata spiattellata nelle ultime 100 pagine. Tutto sommato la scrittura è molto scorrevole e ben curata, da leggere magari senza impegno, in estate sotto l'ombrellone.
Isabel Allende è stata in passato una delle mie scrittrici preferite, ricordo con piacere grandi letture come La casa degli spiriti, Eva Luna, Eva Luna racconta o Paula, poi per un po’ l’ho abbandonata per altri autori, ho continuato a comprarla per regalo perché è comunque una certezza in stile e scrittura, poi qualche giorno prima della quarantena, una mia carissima amica viene a farmi visita portando con se un libro: siccome in passato ci eravamo scambiati consigli su scrittori e io le avevo fatto scoprire Isabel Allende, avrebbe voluto rendermi il piacere della scoperta con Il gioco di Ripper di Isabel Allende ma un’altra Isabel Allende. Ed è proprio vero perché la scrittura di questa immensa autrice di solito è un tipo di scrittura molto aderente al sociale, alla storia, al vissuto, una scrittura biografica pur non essendo veramente biografica, a tratti magica, molto coinvolgente ma mai leggera nel senso di votata alla leggerezza, anche quando si spinge verso zone di scrittura più divertenti si rimane sempre comunque in zone pregne di significato. Invece con Il gioco di Ripper scrive un giallo, una dective story, e lo fa con grande stile costruendo personaggi particolari e molto interessanti e sviluppando una storia forse chiusa un po’ troppo frettolosamente ma che comunque ti rimane nella mente e nel cuore. Un gran bel libro. Non voglio togliere gusto e sorpresa alla lettura e quindi mi limiterò a dire che è ambientato a San Francisco dove da novembre e ad aprile succedono alcuni misteriosi omicidi che con lo svolgere delle indagini si scoprirà essere connessi tra di loro. I protagonisti sono Indiana e Amanda madre e figlia, la prima un medico olistico la seconda un’amante del mistero e giocatrice di Ripper, un gioco online che si ispira a Jack de Ripper, Jack lo squartatore, che ha come fine l’indagine su omicidi. I personaggi però sono tantissimi e creati veramente bene. Buona lettura.
Recensioni
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Tutto parte come un gioco. Un gioco che esiste veramente ed è ambientato nel 2040 a New York. Si tratta di un classico gioco di ruolo online, un MMORPG (Massively multiplayer online role-playing game) e consiste nel raccogliere indizi, dedurre e infine incastrare il nuovo Jack lo squartatore, assassino seriale ed efferato. Amanda e i suoi amici, tutti adolescenti problematici provenienti dai quattro angoli del mondo, iniziano a dare la caccia a Jack lo squartatore (Jack the Ripper) in una Londra distopica e avvolta nel mistero. Ma il gioco di Ripper, immersivo e realistico, presto si trasformerà in un brutto incubo. Amanda e gli altri partecipanti tra cui suo nonno Blake, ex farmacista, un ragazzo paraplegico della Nuova Zelanda, un adolescente del New Jersey, una ragazza di Montreal con gravi disturbi dell’alimentazione e un orfano afroamericano di 13 anni con un alto quoziente intellettivo, si ritroveranno presto coinvolti in un’indagine più grande di loro.
Una serie di efferati omicidi sta sconvolgendo la città di San Francisco. Non si tratta di una semplice ondata di violenza, ma di un vero e proprio bagno di sangue, come preannunciato in televisione nel settembre 2011 da Celeste Roko, la celebre astrologa californiana. Amanda, figlia di Bob Martin, capo della Sezione Omicidi della polizia di San Francisco propone agli altri giocatori di investigare su quanto sta accadendo e si butta a capofitto nelle indagini, scoprendo, prima che lo faccia la polizia, che i delitti potrebbero essere connessi fra loro. Va tutto bene, fino a un certo punto, cioè finché l’ispettore capo non sente pronunciare questa frase: «Mia madre è ancora viva, ma sarà uccisa il Venerdì Santo a mezzanotte».
Questa volta a sparire è la mamma di Amanda, Indiana Jackson, bionda, sensuale, votata al bene altrui, prepara intrugli e pozioni magiche nella sua clinica olistica. Una vittima ideale, dotata davvero del dono della guarigione. Una donna che “galleggia nella stratosfera predicando pace e amore mezzo secolo dopo gli hippie”. Indiana ha una relazione con Alan Keller, lo scapolo più desiderabile della città, ma non disdegna le attenzioni di un suo paziente, Ryan Miller ex Navy Seal che dopo aver perso una gamba in guerra lavora per un progetto segreto del governo degli Stati Uniti. Riuscirà Amanda a salvarle la vita?
Isabel Allende, maestra nelle grandi epopee familiari ed autrice di riferimento del filone sudamericano del realismo magico, si cimenta in queste pagine in un genere inedito, il thriller psicologico. Lo fa dimostrando la solita assoluta maestria nel dipingere personaggi, sentimenti e ambientazioni, ma anche tirando fuori una buona dose di immaginazione e fantasia. Nelle pagine dei ringraziamenti l’autrice rivela che l’idea di partenza del romanzo, suggeritale dalla sua agente, era quella di scrivere un poliziesco a quattro mani con suo marito, William C. Gordon, noto scrittore di gialli. Un progetto che li avrebbe certamente portati al divorzio. Alla fine Isabel Allende scriverà da sola il suo thriller e darà alle stampe un’opera prima abbastanza riuscita. Il romanzo scorre rapidamente, la trama cattura e incuriosisce e, nonostante qualche ingenuità, si lascia leggere con gusto.
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