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Anno edizione: 2019
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Esponente del modernismo teologico, Buonaiuti in questo libro espone le sue convinzioni filosofiche, distinguendo tra il Cristo della fede e il Gesù storico.
Gesù il Cristo è l’opera più controversa, iscritta nell’indice dei libri proibiti come eretica da papa Pio X, di Ernesto Buonaiuti (Roma 1881-1946), presbitero, teologo e antifascista italiano, uno tra i dodici accademici che rifiutarono di dichiarare fedeltà al regime fascista dopo i Patti Lateranensi del 1929, dovendo subire, in seguito, la scomunica e l’allontanamento dall’insegnamento.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ernesto Buonaiuti (Roma, 1881-1946), uno dei maggiori esponenti del modernismo cattolico, professore di storia del cristianesimo all'università di Roma, storico insigne e direttore di diverse riviste teologiche, era stato ordinato sacerdote nel 1903, ma nel 1926 venne colpito da scomunica ed esonerato dall'insegnamento, quindi destituito per non aver prestato giuramento al regime fascista. Il saggio “Gesù il Cristo” è la sua opera più controversa, iscritta nell’Indice dei libri proibiti come eretica da papa Pio X. Si tratta di un emozionante e appassionato excursus sulla vita di Gesù, inserita nel contesto storico cui apparteneva. Aprendo la sua narrazione con le parole profetiche di Malachia, Buonaiuti celebra il sole di giustizia che si annuncia per gli uomini con la venuta di Cristo, dopo il regno di Erode il Grande e durante la dominazione romana. Un Gesù uomo tra gli uomini, quindi, che appare all’interno di eventi storici luttuosi, violenti, iniqui, a divulgare parole di pace e giustizia, di mitezza e speranza. In una prosa forbita, immaginosa e inebriante, Buonaiuti ripercorre tutta la vicenda umana dell’“artigiano trentenne, venuto da Nazareth”, descrivendone l’anelito spirituale, l’ansia missionaria, i dialoghi amichevoli e le discussioni infervorate, i luoghi attraversati, i desideri e le delusioni. Perché un libriccino così ispirato e intenso ha provocato reazioni tanto feroci all’interno del Vaticano? La tesi del libro che più poteva sembrare pericolosa era la distinzione tra il Cristo della fede e il Gesù della storia, narrato dai Vangeli canonici, che nulla potevano o dovevano affermare della sua divinità. La severa accusa di fariseismo rivolta alla tradizione religiosa vigente nella Palestina neo-testamentaria venne letta dalla gerarchia ecclesiastica come allusione alla precettistica illiberale e dogmatica, al formulario legalista e alla liturgia codificata messa in atto dalla Chiesa del XX secolo.
Molto diverso da quello che mi aspettavo, profondo e scritto in un italiano molto particolare, si legge d'un fiato e porta con sè un senso di qualcosa di diverso, di altro, rispetto alla vita che siamo abituati a veder scorrere ogni giorno attorno a noi.
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