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Solo i primi due capitoli sono manualistici, il resto dei capitoli del libro altro non sono che opinioni personali dell'autore circa i temi politici. Gli autori trattati nei primi due capitoli sono pochi e spiegati in modo frettoloso e superficiale, persino in un libro di testo del liceo vi sono più approfondimenti. Inoltre ne mancano la maggior parte: per il periodo greco si parla solo di Aristotele e Platone ignorando completamente sia i presocratici che la filosofia ellenista, del periodo medievale si parla di un solo autore, Tommaso d'Aquino. Del rinascimento, periodo storico fondamentale per comprendere la politica moderna, si tratta in modo frettoloso solo Machiavelli. C'è letteralmente una frase su Bodin, e poi Botero, Erasmo, Gucciardini e tutti gli altri pensatori politici di questi secoli sono completamente ignorati. Qualcosa di meglio sul '600-700, anche se pure in questo caso i contenuti sono ridotti all'osso. Una sola frase su Bentham in tutto il libro, nessun paragrafo sull'illuminismo (liquidato in poche parole) si parla di Kant, Hobbes e Locke (di questi ultimi due a livello liceale) e basta. Dell'800 sono affrontati solo Hegel e Marx, ignorando completamente la corrente anarchica. Il 900 in questo manuale non esiste. Solo nel primo capitolo ci sono due parole su Habermas, Rawls e Arendt. Dal terzo capitolo in poi il libro diventa sempre più un testo di propaganda delle posizioni comunitariste e pluraliste. Il libro inizia ad essere diviso per "argomenti" ad es. Bene comune, autorità e si espone il parere dell'autore in merito, con due riferimenti stringati al comunismo e al liberalismo. Il riferimento ai filosofi diventa pressoché assente, e vengono citati solo quelli comunitaristi e personalisti, in modo asistematico e solo per far quadrare l'opinione dell'autore, quindi per ricostruire il pensiero di un filosofo occorre ripescare le disseminate citazioni in tutto il libro. Completamente disorganizzato per essere un manuale.
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