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Questo libro di Rogers rappresenta il segno tangibile del contributo teorico di uno dei maggiori maestri dell'architettura italiana del secondo dopoguerra. Sempre netto nei giudizi, analitico nella formulazione della teoria, agganciato alla realtà, esprime una tensione etica difficile da trovare oggi nel panorama della cultura architettonica.
Recensioni
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scheda di Bonifazio, P., L'Indice 1998, n. 2
Viene proposta per i tipi di Skira la ripubblicazione di un volume importante per la cultura architettonica italiana, "Esperienze dell'architettura", di Ernesto Nathan Rogers, pubblicato per la prima volta nel 1958 da Einaudi. L'interesse per il volume non sta solo nell'autore. Rogers è stato certo il personaggio chiave della riflessione sull'architettura degli anni cinquanta-sessanta, non solo perché il suo nome è legato alle sorti della rivista "Casabella - Continuità" e dello studio milanese dei Bbpr, ma soprattutto perché ha rivestito il ruolo di maestro di una generazione di architetti, ancora oggi operanti, che, come Rogers, hanno costruito la loro professionalità tra riflessione critica e architettura, tra "parola" e "progetto".
Il volume segna un'ulteriore tappa di quell'interesse che l'architettura del dopoguerra e i suoi protagonisti stanno incontrando dal punto di vista storiografico: i numeri monografici sulla ricostruzione in Europa e sugli ultimi Ciam che la rivista "Rassegna" ha proposto, ricerche come quelle condotte e pubblicate sull'archivio "virtuale" del Movimento studi per l'architettura, o, ancora, il recente convengo internazionale di studi sulla ricostruzione tenutosi a Torino nel giugno dell'anno scorso, propongono finalmente anche per il contemporaneo il recupero di strumenti essenziali per lo storico dell'architettura - il disegno come la ricerca archivistica con il suo valore di fonte filologica - e la discussione di temi e la messa in campo di riflessioni per una storia dell'architettura del dopoguerra, che tende a proporsi non solo come storia del Moderno.
Spesso liquidato come semplice raccolta di saggi pubblicati per la famosa "Casabella - Continuità", a cui Rogers ha dedicato grande cura per un arco di tempo lungo, dal 1953 al 1963, il volume, curato da Luca Molinari, propone un assemblaggio critico originale, riproponendo, accanto al testo pubblicato nel 1958, le annotazioni e i commenti al testo e alle immagini dello stesso autore, istituendo un legame critico tra testo e testo e tra testo e immagine, che aiuta il lettore a collocare la collezione dei saggi.
È la considerazione del "tempo" del libro ad aprire a riflessioni importanti che emergono dalla lettura che del testo e dell'esperienza di Rogers offre lo stesso Molinari, discretamente, nella sua nota a conclusione del volume, prima dell'accurato apparato bibliografico. Un tempo che consente di seguire l'intreccio della vicenda personale di Rogers, prima di tutto come intellettuale e poi come architetto, con quello di un'intera generazione che, tra dubbi e contraddizioni, affronta il periodo dopo la guerra e per la quale "la conquista della misura umana" (questo è il titolo inizialmente proposto da Rogers per il volume) diventa una necessità etica. Un tempo davvero lungo, dai primi contatti con Einaudi nel 1951 all'uscita del libro nel 1958, che, attraverso un minuto lavoro filologico sulle bozze del libro, con l'aiuto del carteggio personale di Rogers e dei documenti del suo archivio, trasforma questo collage di scritti in un percorso intellettuale "in progress", mantenuto coerente intorno ad alcuni temi principali e in cui le polemiche sollevate dalla costruzione della Torre Velasca a Milano, la chiusura della tradizione dei Ciam a Otterlo, la riforma radicale della redazione di "Casabella" giocano un ruolo non secondario.
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