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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.
«È un romanzo femminista perché sovverte la narrazione maschiocentrica antica. Le dee, litigiose e rivali, ricalcano un vetusto modello patriarcale, mentre Didone e alcune altre (le Amazzoni, per esempio) anelano a una sorta di sorellanza.» – Marilù Oliva, intervista a Il Venerdì - la Repubblica
Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho trovato questo libro straordinario. La scrittura è completamente diversa da quella de "La canzone di Achille" perché lo stile è molto aulico, quasi musicale, ma per niente noioso. Anzi, conferisce al narrato la giusta dimensione di poema epico. Mi è piaciuto e lo consiglio, soprattutto a chi come me ama i classici. È una rilettura originale dell'Eneide in cui le voci narranti sono 3 figure femminili: Didone (regina di Cartagine), Giunone (sua protettrice) e Venere (madre di Enea). La storia, a tutti nota, viene riletta e liberamente rielaborata in chiave femminista e riconsegna alla leggenda una donna forte, combattiva, saggia e orgogliosa. Didone una donna determinata e mai arrendevole.
Dopo “L'Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre”, Marilú Oliva ritorna in libreria con “L’Eneide di Didone”, riscrivendo in maniera innovativa la storia della regina di Cartagine, pur rimanendo in parte fedele all’opera originale. Pubblicato come le precedenti opere da solferino , il romanzo ci trasporta nelle atmosfere virgiliane e ci narra l’esistenza di Didone, sovrana astuta e coraggiosa, regina senza re, di Giunone, guida agguerrita di Didone, e di Venere, amorevole protettrice di Enea. Attraverso il punto di vista di Didone e delle due Dee, l’autrice bolognese ci regala il racconto di una donna forte, ricca di sfaccettature e piena di risorse. Con uno stile scorrevole e intrigante, Marilú Oliva rievoca e reinterpreta il mito raccontato dall'Eneide di Virgilio, arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma anche di spunti di riflessione attualissimi sulla condizione femminile.
Non mi è dispiaciuto, ma non mi ha nemmeno entusiasmata più di tanto, parte bene, anzi molto bene, ti illude di essere un gran bel libro, ma si perde strada facendo... mi ha convinta per metà.
Recensioni
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