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Dopo il successo di Mi vivi dentro, Alessandro Milan torna a raccontare le sue emozioni, le gioie e i dolori di un padre rimasto solo a crescere due figli.
«Milan ha scritto della tragedia che ha travolto lui e sua moglie. Un libro bello e potentissimo, che lascia senza difese, che racconta di chi ha amato e vissuto davvero» – Selvaggia Lucarelli
«Un libro vero, autentico, straordinariamente ben scritto, che ti scava dentro, ti fa ridere e sorridere, ti fa piangere d’emozione» – Umberto Brindani, Oggi
«Mi vivi dentro è una storia d’amore in cui è facile riconoscersi. Perché è una storia normale. Interrotta troppo presto. Dall’"evento" che non avevi pianificato, sempre che la vita si possa programmare» – Carlo Baroni, Corriere della sera
«Di colpo, la felicità. La felicità di essere vivo. La felicità di sentire riaffiorare un desiderio che sembrava perduto, affogato nel tempo e dai sensi di colpa»
Molti dei momenti più belli della vita sono segnati dai baci: quelli ricevuti da nostra mamma, quelli che si sono scambiati i nostri genitori, quelli dati alla donna amata o a chi non c’è più. E a pensarci bene, nei momenti più brutti, quello che è mancato sono proprio i baci, il contatto, la capacità di dirsi: ti voglio bene, ci sono, stringimi forte. Lo stesso vale per Alessandro, che dopo la scomparsa di sua moglie deve fare il papà di due figli quasi adolescenti e capaci di alternare colpi di genio, capricci, momenti di una sofferenza incomunicabile. Stavolta però deve affrontare anche la paura di perdere la propria madre, una paura che riporta a galla ricordi d’infanzia, ferite dimenticate, e una lezione che tutto il suo passato sembra gridargli in faccia, regalandogli la salvezza: non bisogna mai smettere di dare baci a chi ci sta accanto.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lettura scorrevole e piacevole. Consigliato.
Bello, bellissimo. Malinconico a volte, ma forse perché solo molto reale ed attuale. Leggendo spesso mi sono ritrovata a pensare a come sarebbe la vita del padre delle mie figlie se io dovessi andarmene per sempre... l’immagine che crea Milan è uno spaccato emozionante dei ns giorni. E la conta dei baci... geniale! Dolci i ricordi dell’infanzia che strappano sorrisi, nella girandola inquieta del ns tempo dove tutto corre, sempre troppo in fretta... non l’avevo ancora fatto, ma correrò a leggere “Mi vivi dentro”
Molto emozionante! Consigliatissimo!
Recensioni
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«Non ricordo l’ultimo bacio di mia moglie, la morfina la stritolava. Ora io bacio tutti, sempre.»
Dopo il successo di Mi vivi dentro, Alessandro Milan torna a raccontare le emozioni, i dolori e le gioie di un padre rimasto solo con due figli da crescere. Milan trova la forza per andare avanti nei baci e ce ne ricorda l’importanza, per districarsi nella complessità della quotidianità.
«L’amore è un bacio, un bacio ancora, un altro bacio.»
Due milioni di baci è pieno di vita, racconta i problemi di tutti giorni, dal rapporto con i figli a quello con i propri genitori. È un libro che tutti dovrebbero leggere per capire cosa passa nella testa di mamma e papà, per capire quanto sia difficile pendersi cura di chi vede ancora il mondo attraverso gli occhi del fanciullino. Milan lo sa bene e con Angelica e Mattia i problemi e le situazioni al limite dell’assurdo si susseguono: «Ho capito tutto: i miei figli, a undici e nove anni, devono aver letto L’arte della guerra di Sun Tzu». Le difficoltà vengono scongiurate e combattute a colpi di baci. Perché i baci: quelli dati e ricevuti, quelli mancati e quelli sognati, sono il filo conduttore dell’opera.
«”È che io vorrei dare loro… tutto. È come se volessi rimediare a questa grande ingiustizia che hanno subito”.
“Continua a dar loro dei baci. Va bene così.”»
Due milioni di baci tiene compagnia, strappa qualche lacrima e tanti sorrisi, mentre la vita prosegue in bilico tra alti e bassi tanto che vorremmo telefonare all’autore per dargli un consiglio su come comportarsi, o fare due chiacchiere coi suoi figli per intimargli di trattare un po’ meglio il loro «papo», che ci mette l’anima per donargli una vita normale e felice.
«Giro il cucchiaino nella tazzina per sciogliere lo zucchero e in quel liquido nero vedo di colpo un pozzo senza fondo. Non ce la faccio. No, anzi, ce la faccio. In qualche modo. A fatica. Male.»
Il finale non chiude il cerchio, ci lascia sul filo del rasoio, con la vita che continua. Restiamo in sospeso, come sempre nel nostro cammino, perché è la vita stessa a esserlo: fragile e imprevedibile. Un ventaglio di possibilità, mille strade percorribili, per i personaggi e per noi stessi. Ma la novità, rispetto alle prime pagine del libro, è la voglia di equilibrio e la timida felicità ritrovata, la speranza irrinunciabile che le cose possano andare meglio. Dopo le ingiustizie della vita: «Di colpo, la felicità. La felicità di essere vivo. La felicità di sentire riaffiorare un desiderio che sembrava perduto, affogato nel tempo e dai sensi di colpa.»
Recensione di Alberto Clementi
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