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hardcover 211 9788806214388 Ottimo (Fine).
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"Il diario di Helga" è il racconto di una sopravvissuta agli orrori dell'Olocausto. C'è poco da commentare in testi del genere: sono una testimonianza preziosa, che, per fortuna, ci impedisce di dimenticare il periodo più buio della storia europea del Novecento. È un racconto scritto da un'adolescente, dal quale emergono orrori, dolori, separazioni, fame, malattia, stanchezza fisica e mentale, accompagnati da qualche sprazzo di luce e solidarietà, ma soprattutto quella che si nota è una gran voglia di resistere e di tornare a vivere, perché si dovrà pur mettere fine a questa colossale crudeltà gratuita, alla discriminazione per motivi religiosi e sulla base di un'ideologia partorita da menti folli! E il diario si conclude proprio così, con una bandiera bianca mossa dal vento e la gioia per un nuovo inizio. Il testo è diviso in tre parti e narra in prima persona le esperienze vissute a Praga, a Terezin e infine ad Auschwitz e Mauthausen. Il punto di vista è quello di un'adolescente incredula, che non si lascia contaminare, né abbattere da ciò che la circonda, mentre la narrazione risulta scorrevole, senza troppi fronzoli, ma decisamente schietta e potente.
La testimonianza di Helga, una ragazzina praghese di 13 anni, deportata dapprima a Terezin, poi ad Auschwitz-Birkenau, fino ai trasporti organizzati in fretta e furia, mentre i russi avanzavano e i tedeschi fuggivano a Freiberg ed infine a Mauthausen. Uno sguardo lucido, un importante documento della vita degli ebrei nei lager. L'orrore di che cosa è stato fatto in nome di una presunta superiorità della razza ariana: "Sì un tempo erano persone. Sane, forti, con una volontà e delle idee proprie, con una sensibilità, degli interressi e dei sentimenti d'amore. Amore per la vita, per il bene e la bellezza, pieni di fiducia in un domani migliore. A rimanere sono dei fantasmi, dei corpi, scheletri senz'anima." Da leggere per non dimenticare, soprattutto perché può accadere di nuovo.
Scorrevolissimo e non angoscia. Molto bello.
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