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Anno edizione: 2021
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Il settore delle biografie della nostra letteratura più antica rischia ormai di essere presidiato da “vite romanzate” che, a partire dall’iniziativa di illustri accademic, hanno raggiunto un pubblico allargato, a costo di qualche spregiudicatezza sul piano critico-filologico. Ora Pellegrini offre una Vita di Dante con qualche novità dovuta ad acquisizioni storico-filologiche recenti, e una prosa nitida, affabile, non seduttiva né soverchiamente concessiva: ciò che colpisce positivamente è il fatto che Pellegrini evita di sfruttare tante suggestioni derivate dalla Commedia e che hanno dato luogo a una serie di ipotesi presto e spesso debordanti in leggende metropolitane, a volte di tradizione orale, ma spesso accolte in contributi seriosi. La prudenza nel vagliare documenti e semplici spunti premia lo studioso, che ci fornisce informazioni spesso solide. Restano naturalmente alcune difficoltà nella datazione delle opere di Dante e in alcune attribuzioni, soprattutto quella riguardante l’”Epistola a Cangrande”, sostanzialmente accettata. Una biografia solida, non azzardata, sobria nel metodo e nello stile espositivo. Quanto di più adeguato si potesse offre in questo centenario per più ragioni strano e scentrato.
Libro eccellente, una biografia comprensibile a tutti che si pone come innovativa nella sua impostazione strutturale e ideologica. Alla storia della vita del poeta, sviluppata in maniera classicamente cronologica, fanno da contraltare le numerose e agili schede dedicate alle opere e alle peculiarità di ciascun capitolo. L'autore è filologo rinomato e competente e ha creato una vita di Dante basata sugli strumenti della sua disciplina, per cui le ipotesi formulate si fondano sull'analisi di documenti letterari, fonti archivistiche e testimonianze rinascimentali, come il profilo biografico dantesco ricostruito da Biondo Flavio su documenti scomparsi, finora non tenute in dovuta considerazione dagli studiosi del settore perché non contemporanee all'età del poeta. Tuttavia, spiega l'autore, proprio perché il metodo degli umanisti era basato sulla scoperta e la diffusione del vero, tali testimonianze devono essere considerate veritiere forse ancor più di quelle più vicine all'epoca in cui visse Dante. Pellegrini ha creato un gran libro, lontano dalle monumentali biografie del passato, pieno di ipotesi suggestive innovatrici, ma anche leggero e godibile. Questa biografia , proprio per la gran capacità narrativa e il metodo rigoroso, fornisce un nuovo profilo del poeta senza mai scadere nell'ideologia spicciola. Si tratta di un libro che può essere letto da tutti, dallo studente, come dall'appassionato, come dallo specialista. Consigliato a tutti, soprattutto ai più giovani, in questo fecondissimo anno dantesco.
Questa ulteriore biografia di Dante appare come un'opera non particolarmente originale (e non sempre chiara nello sviluppo discorsivo) che sembra avere la sua ragion d'essere in due obiettivi: reagire alle proposte storico-biografiche del compianto Marco Santagata (a loro volta basate sugli studi fondamentali di Umberto Carpi), volte a collegare "in presa diretta" l'opera di Dante (soprattutto la Commedia) alle lotte politiche e ideologiche del suo tempo, ed a enfatizzare oltre misura il ruolo della città di Verona (presso la cui Università insegna l'autore) nel periodo dell'esilio del poeta. Il risultato è un po' paradossale: le critiche di aver ecceduto in ipotesi non del tutto dimostrabili nella sua ricostruzione biografica, rivolte a Santagata, sono indebolite dall'uso di altrettante ipotesi (come la presunta lettera di mano dantesca del 1312, già reclamizzata sui giornali e qui difesa come autentica con argomenti ancora molto deboli) da parte di Pellegrini a favore delle sue tesi di un Dante quasi sempre "veronese" durante l'esilio; inoltre questa preoccupazione di collocare Dante a Verona porta l'autore a dedicare un numero consistente di pagine a ricostruzioni dell'ambiente culturale veronese o a ricercare indizi a sostegno della sua tesi, sbilanciando molto anche l'equilibrio interno al testo tra i vari momenti della vita di Dante. Insomma paiono ancora preferibili, tra le biografie letterarie più recenti, quelle "antitetiche" di Santagata e Inglese (o quella solo "storica" di Barbero).
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