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Un film sul 'sacro' che è in ognuno di noi
Irene Ravelli gestisce senza scrupoli le aziende immobiliari ereditate dal padre. Due eventi la mettono in crisi. Scopre che in un vecchio palazzotto romano di famiglia - da trasformare in condominio - è rimasta intatta la stanza dove per anni, reclusa, attese la morte sua madre. E incontra Benny, ragazzina ladruncola, che le fa conoscere gli "sgusciati", l'invisibile sottosuolo umano di poveri di una metropoli.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Parte II Se, invece, il giudizio dovesse nascere dal cuore, allora la valutazione avrebbe un altro esito, poiché, il regista, riesce a trascinarci in un vortice emotivo dal quale è difficile svincolarsi. Il film, come la sua protagonista, si dona, indifeso, così com’è, con i suoi limiti, le sue contraddizioni e, tuttavia, ci avvolge, ci ferisce, ci interroga, ci consola. Ozpetek attinge alla sua formazione culturale e cinematografica, "Cuore sacro" è ricchissimo di citazioni: ci sono dei riferimenti espliciti a Roberto Rossellini e ad uno dei suoi capolavori misconosciuti, "Europa '51", dove la storia è pressoché analoga e la protagonista, impersonata da Ingrid Bergman, si chiama proprio Irene; il regista si diverte a giocare con le atmosfere del cinema dell’orrore, molte situazioni e altrettante inquadrature, sfruttano appieno questi meccanismi e vengono giocate sul filo della suspence, forse in maniera didascalica, e ricordano, attraverso l'uso del montaggio parallelo, film come "Il silenzio degli innocenti". Altro titolo scomodato, qui citato esplicitamente, è "Il bacio della pantera", le sequenze della piscina sono un chiaro omaggio a Jacques Tourner e al suo capolavoro del 1942 o, ancora, a William Friedkin e al suo "L'esorcista", del 1974 (il nome del prete, Carras, rimanda proprio a Padre Karras, uno degli esorcisti, e non solo per il nome). Le citazioni camminano anche verso altri versanti e altre discipline artistiche, viene scomodato persino Michelangelo e la sua "Pietà" vaticana che tanto scalpore ha destato per via degli accostamenti tra i soggetti (il Cristo morto viene surrogato dal corpo e il volto di un barbone). Riferimenti culturali vi sono anche per la Comunità di Sant'Egidio che tenterà di (r)accogliere la "conversione" di Irene, ma che, attraverso il ragionamento di Padre Carras, che ostenta più il "volontarismo" alla carità, provocherà una reazione proporzionalmente diretta e più radicale in Irene.
Parte I Il film si inscrive nella filmografia di Ozpetek e mantiene, sostanzialmente, le stesse dinamiche di tutti i suoi film precedenti. Accade qualcosa, un evento fortuito, che scatena la reazione di un personaggio (borghese): un avvenimento particolare, la lettura di una lettera, l'apertura di un testamento o, come in questo caso, la scoperta di una stanza (segreta) con le pareti imbrattate e sfregiate da una serie impressionante di caratteri (segni, ideogrammi, "lettere") riconducibili a un alfabeto immaginario e, certamente, molto suggestivo (...non hanno alcun senso, non è nemmeno una scrittura antica. Tutto il resto mi ricorda la Teoria del vascello: le religioni sono come dei vascelli che portano alla verità, a Dio. Spesso, però, gli esseri umani si innamorano del vascello e dimenticano la meta. La persona che viveva qui mischiava tutte le religioni, forse pensava che, creando una flotta, fosse più facile arrivare alla meta). "Cuore Sacro", a giudicare dalle valutazioni che si possono reperire sulla rete, è un film che si prende o si lascia, un film che divide. In esso è presente sempre un numero, il Due: due case, la prima bella, fredda, con piscina riscaldata, arredo minimalista e l'altra fatiscente, calda, che racchiude, tra le sue mura, un passato, un ricordo, una memoria. Ma ci sono anche due zie, una cinica, in carriera, vittima di una giovinezza (forse) mai vissuta e l'altra romantica, dai cui occhi traspare la luce incontrata un giorno. Ci sono anche due uomini, un prete, bello e un barbone, pericoloso e, infine, due cuori. Ma ci sono, anche, a mio avviso, due giudizi che cercherò di esprimere entrambi. Se dovessi valutare il film a partire dalla ragione, dovrei, sostanzialmente, demolirlo, proprio perché ci provoca con alcune suggestioni molto cariche che, tuttavia, restano legate ad un percorso non sempre convincente.
Sono rimasta positivamente colpita da questo film incentrato su dialoghi ben sviluppati, che trasmettono profondi messaggi suscettibili di indurre a molteplici riflessioni sul senso dell'esistenza, sortendo l'effetto di arricchire la nostra anima.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un film sul 'sacro' che è in ognuno di noi
Trama
Irene Ravelli gestisce senza scrupoli le aziende immobiliari ereditate dal padre. Due eventi la mettono in crisi. Scopre che in un vecchio palazzotto romano di famiglia - da trasformare in condominio - è rimasta intatta la stanza dove per anni, reclusa, attese la morte sua madre. E incontra Benny, ragazzina ladruncola, che le fa conoscere gli "sgusciati", l'invisibile sottosuolo umano di poveri di una metropoli.
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