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Di questo libro leggo, tra le recensioni, quasi più sconcerto ed offesa che critica o comprensione. M'è capitato(tra gl'altri) con "Il Giardino Di Cemento", di McEwan, tra gl'ultimi romanzi che io abbia letto ed ammirato. Per questo, come per il precedente, leggendo livorose e ferite recensioni, mi domando se il disappunto della gente non derivi, piuttosto che da un atteggiamento critico, dall'acquisita incapacità di tollerare la durezza d'una narrazione priva di consolazioni e tecniche ruffiane. Burroughs non scrive consolazioni né favole morali, sicuramente, ma io non ho ancora letto da nessuna parte che scrivere romanzi o racconti debba essere consolante o edificante. Nemmeno la vita lo è. Non diventerà certo il mio autore preferito, Burroughs, ma spendo volentieri soldi e tempo per libri onesti e sinceri come questo: libero chiunque di trovarlo inconcludente o inverosimile solo perché non ricalca copioni già noti descrivendo personaggi già descritti in storie già scritte. A far questo ci pensano già, e vendon molto, scrittori consueti in libri ordinari. Questioni ispirazione (quella di chi scrive) e di gusti (quelli di chi legge). Io un libro come questo lo metto, e volentieri, vicino a quelli (scomodi) di Dan Fante e McEwan: che non consolano chi li legge, e non gl'accarezzano le orecchie come ad un cane docile e mite. Di Burroguhs, attaccandolo, si dimostra di non averne colta l'ironia (perfino eccessiva, secondo me) ed anche questo è davvero ironico..
Questo libro mi ha a dir poco scioccato. C'è qualcuno che l'ha trovato divertente? Io non ho riso mai, a volte é capitato qualche sorriso amaro, anzi amarissimo, ma non direi mai che é un libro che fa ridere. Non c'è proprio niente da ridere, in tutto quello che ha scritto. Soprattutto la parte iniziale l'ho trovata un pugno nello stomaco, tragica, insostenibile, triste, disgustosa. E' vero che verso la fine migliora questo senso di disgusto, amaro in bocca, tristezza e rabbia insieme, forse la crescita del ragazzo e un certo distacco piu' palpabile in lui, una certa ironia in piu', una certa forza e rilassatezza che traspaiono chiaramente dalla sua maturazione, rispetto al trauma iniziale del bambino, descritto benissimo tra l'altro, fanno un po' sciogliere e attutiscono tutte le sensazioni negative provate prima. E' un libro strano. Difficile da metabolizzare. Non riesco a dargli il massimo perché ho provato troppe sensazioni negative. Inoltre ho letto un po' in internet la sua vita, interviste e commenti e mi é un po' spiaciuto per la famiglia Turcotte che ha vissuto un vero dramma all'uscita del libro e poi del film... Spero che in definitiva abbiano ragione loro e che certi episodi non siano mai successi o siano stati molto estremizzati, ma lo spero per lui soprattutto. Non riesco ad immaginare quanto debba essere difficile accettare certi avvenimenti e superarli e vivere poi una vita normale o comunque senza grossi scompensi. Comunuque nessun dubbio sul suo talento. Scritto benissimo e coinvolgente. Un libro che in poche pagine ti fa provare la gamma di emozioni che ho provato io merita solo per questo, a prescindere da tutto.
Inverosimile? Verosimilissimo! Questo è direi quasi un capolavoro della letteratura. E' innanzitutto un romanzo che divora il lettore ( non mi capitava da un po' ), e poi è anche un saggio pedagogico di tutto rispetto! Dovrebbero leggerlo alcuni genitori, molti docenti, maestri e direttori che si lavano le mani dell'educazione dei propri ragazzi con la scusa "a dodici anni una persona è responsabile", e mascherando così la propria aridità e incapacità di capire. Forse si renderebbero conto a cosa portano quasti atteggiamenti falsamente permissivi. E poi c'è il lato comico del racconto, la verve umoristica, che rivela nel suo autore uno scrittore di talento nonchè una persona decisamente intelligente. Consigliato a ( quasi ) tutti.
Recensioni
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