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Anno edizione: 2011
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Ancora una raccolta di più o meno brevi saggi di un ex-giovane (non volermene jonathan ma ormai sono 55 anche per te) scrittore americano. E ancora una dimostrazione di rigore e creatività, di brillantezza e precisione, di acutezza, coerenza, amore vero per la scrittura quando è vissuta come missione (a proposito, il saggio sulla crisi del romanzo è straordinario). Parla di se e di molto altro, e parlando d'altro parla ancora di se, Franzen, come avviene quando l'autore è di razza. Si spazia dalle poste di Chicago all'industria del tabacco, dalla televisione alle speranze deluse che la costruzione di un nuovo penitenziario può ingenerare in una apparentemente cinica comunità del Colorado, dall'imbarazzo per essere oggetto delle attenzioni di Oprah Winphrey alla solitudine (trave portante della serie di saggi) di una vecchia coppia di imprenditori immigrati. Mi spiace per il voto in meno ma il pezzo dedicato al padre mi ha depresso e annoiato.
una ragionevole raccolta di saggi talvolta molto interessanti (es. quello sul fumo, quello sullo smistamento dei rifiuti a Chicago), altre volte un pó tirati via. si sente comunque la stoffa dello scrittore.
Un libro critico sulla cultura americana contemporanea e sulla crisi della scrittura e della lettura. Non antiemericano, ma ricco di riflessioni su una struttura sociale che ha finito di essere un esempio. Non c'è compiacimento, ma realismo e buona scrittura. Un Autore che avrà futuro.
Recensioni
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Dopo i romanzi con cui ha guadagnato successo di critica e di pubblico, tra cui il fortunatissimo Le correzioni, Jonathan Franzen torna in libreria con un nuovo libro. Questa volta l'autore americano propone una raccolta di tredici brani di genere diverso ma tutti ugualmente ispirati allo stesso tema: «il problema di preservare individualità e complessità in mezzo al frastuono e alle distrazioni della cultura di massa: la questione di come stare soli.» Più che una semplice raccolta di saggi, Come stare soli è un viaggio nella vita dell'autore e nell'America di oggi; un itinerario tra i retroscena della quotidianità personale e della società americana, nella consapevolezza che coltivare la solitudine può rappresentare una chiave fondamentale per la sopravvivenza spirituale. Oltre a ciò, rappresenta anche un'importante occasione di riflessione sul ruolo attuale della letteratura. «Questo libro vuole essere, in parte la testimonianza del passaggio da un isolamento rabbioso e spaventato a un'accettazione persino una celebrazione dell'essere lettore e scrittore» scrive Franzen nell'introduzione. Non a caso, infatti, nel volume compare anche un saggio pubblicato nel 1996 da Franzen sulla rivista Harper's. Si tratta di un articolo che a suo tempo aveva attirato grande attenzione poiché denunciava la rinuncia della letteratura americana contemporanea a qualunque velleità culturale e senso di responsabilità sociale e rivendicava invece il suo aspetto ludico e d'evasione. A questo pezzo, tagliato, riveduto e intitolato Come scrivere un romanzo, si affiancano altri brani, che si contraddistinguono non solo per il valore dei contenuti ma anche per il loro pregevole andamento narrativo e una prosa di piacevole lettura. Alcuni esempi per tutti sono il brano autobiografico Il cervello di mio padre, toccante resoconto della lotta del padre contro l'Alzheimer; Lettere smarrite, accorata denuncia del malfunzionamento delle poste americane; Libri a letto, divertente indagine sui libri di sessuologia popolare e Unità di controllo, reportage sulle carceri di massima sicurezza degli USA.
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