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Vorremmo fosse fantascienza ma è l'inquieta realtà di alcune guerre contemporanee portate avanti dall'Occidente anglo-americano. Il titolo originale, che richiama Orwell, "Eye in the sky", riassume il senso del film: l’occhio nel cielo è il drone che con i suoi sensori consente la guerra contemporanea. Un occhio freddo, strumentale, che osserva e uccide senza che mandante ed esecutore materiale corrano mai il minimo rischio fisico. Eppure dietro quel tasto premuto che sgancia missili c’è un gran lavoro, decisioni complesse da prendere rapidamente e, soprattutto, persone. Per umanizzare la visione di una guerra spesso paragonata a un videogame, il film mette in scena l’umanità più quotidiana, anche spiacevole, dei protagonisti: attacchi di dissenteria, insonnia, il debito universitario da saldare, la moglie dispotica che rivela l’incapacità di compiere scelte futili di chi ha in mano le sorti del mondo. Il film non riscrive la storia ma indaga nelle zone d'ombra della nostra epoca ad alto tasso di visibilità e altissimo coefficiente di segretezza, malgrado gli Assange e gli Snowden. La bambina con il vestito rosso (....richiamo a "Schindler's list") è solo una figura sullo sfondo, per quanto ben tratteggiata. Serve a farci saltare sulla sedia, ma i protagonisti del film, quelli che invece ci fanno pensare (come raramente succede al cinema) ai mille interrogativi morali posti dalla guerra fatta con i droni, così 'conveniente' in apparenza, sono gli altri. I militari, che vogliono intervenire (non tutti), e i politici che invece frenano (non sempre). E non per umanità ma per timore delle conseguenze. 'II diritto di uccidere' riesce a non fare sconti alla complessità dei problemi sul tappeto senza rinunciare alla suspense del thriller. E purtroppo più attuale che mai, anche se pensato e girato ormai diversi anni fa (2015).
Film (del 2015) molto buono che induce a riflettere. La guerra moderna con l'utilizzo dei droni non mette a repentaglio la vita di chi esegue l'attacco perché gestita a distanza (dall'offendente) ..ma le conseguenze su chi é destinatario di questo tipo di intervento bellico sono sempre quelle di un "bombardamento".. ..per il quale, certe volte, parlare di precisione chirurgica è un eufemismo in quanto trattasi, certe volte, di "interventi chirurgici" con inevitabili effetti/danni collaterali. Grande prova attoriale di Helen Mirren e dello scomparso Alan Rickman (qui alla sua ultima interpretazione). Il film evidenzia il contrapporsi di stati d'animo differenti tra coloro che son chiamati a decidere se "lanciare" o meno - in determinate situazioni - valutando contemporaneamente, e contestualmente, i risvolti giuridici, politici e mediatici - e quindi le relative ripercussioni - di tale operazione militare. Inoltre il relativo coinvolgimento psicologico investe anche chi deve "premere il grilletto" a distanza. Film intenso, da vedere/acquistare (come il suo predecessore GOOD KILL, del 2014, altro film sulla guerra con i droni).
ottima prova attoriale,nonchè film attualissimo sugli orrori della guerra e su chi in campo deve davvero decidere le vite delle persone.
Recensioni
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