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«A tutti noi per Dio! A noi, a Dom e ai privilegi della gioventù! A quello che siamo e a quello che eravamo.... E a quello che saremo.»
Quattro giovani amici (più un quinto in coma perenne) consumano il proprio viaggio d'iniziazione, dai connotati quasi mitici, negli incommensurabili panorami lunari, ora infuocati, ora spettrali, dello Stato della stella solitaria (il cui motto è, non a caso, 'Friendship', Amicizia); fra una sbronza, una bravata e un'avventura picaresca, riusciranno a trovare il loro Graal? Dormiranno sotto il cielo stellato fra le rovine della villa di Marfa, TX (immortalata nella fotografia con James Dean della locandina de "Il Gigante"), e dopo che Gardner (Costner) avrà visto il migliore amico sposare la ragazza dei suoi sogni (letteralmente), i compagni di viaggio si separeranno, sancendo in maniera definitiva il passaggio dall'età dell'innocenza a quello della realtà e della consapevolezza, mentre lui - che, come l'eroe solitario di un western, si è già allontanato - li osserva dalla cima delle colline, circonfuso nelle ombre del tramonto. Un magrissimo Kevin Costner, sugli scudi ed irresistibile nella sua camicia bianca con le ruches e negli aderentissimi calzoni neri, non è soltanto il leader un po' anarchico e un po' romantico del gruppo, ma detta anche i ritmi del film, costruendo qui la sua fortuna cinematografica che neanche ottime pellicole come "Silverado" o "Balla coi lupi" riusciranno a duplicare. Eccellenti fotografia, colonna sonora, regia esordiente, giovane cast e finale emozionante. Le scene memorabili sono davvero troppe per essere evocate tutte; basti ricordare: I fuochi d'artificio al cimitero nel buio della notte ad evocare cosa attende in Vietnam; La fantasiosa organizzazione della festa nuziale che ridà vita all'apparentemente 'dead town' texana; L'aereo in verticale e le acrobazie dell'istruttore hippie Truman; Il ballo finale sulle note di un fandango; Il disseppellimento di Dom (Pérignon) e il brindisi nel canyon che ne segue: «A noi, a Dom e ai privilegi della gioventù! A quello che siamo e a quello che eravamo... E a quello che saremo» Tempus fugit...
Film bellissimo, purtroppo misconosciuto. All'epoca fu pubblicizzato pochissimo, perché di bassa produzione, e passò inosservato al grande pubblico. Film "di formazione" senz'altro da riscoprire!
Recensioni
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