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Il film non è malvagio e l'uso magistrale del 3D contribuisce all'interesse e il fascino per lo spazio siderale, ma tutto si ferma qua.
Gravity è stato il mio primo film che mi ha portato a viaggiare virtualmente nello spazio con George Clooney. Finale da brividi!
Dopo la Terra, l'uomo ha iniziato ad inquinare anche il cosmo e ciò può avere risultati molto più gravi del previsto per gli astronauti. Lo scopre la dottoressa Ryan Stone (e chi s'immaginava che Ryan fosse un nome unisex) alla sua prima missione nello spazio, durante una passeggiata all'esterno dello Shuttle per alcuni lavori di manutenzione, quando un'onda di detriti causata da una collisione, investono in pieno la sua navetta, lasciandola sola e senza comunicazioni con un collega prossimo alla pensione alla deriva nello spazio. C'è un'unica speranza: raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, distante pochi chilometri dal punto in cui stavano operando in orbita. Un uomo e una donna, contro l'immensità dello spazio, dove non c'è aria, non c'è acqua e nessuna possibilità di aiuto ... questo film ridefinisce completamente i concetti di solitudine, disperazione e impotenza. Ma sprona anche a non arrendersi, a ricordare che l'essere umano, è capace di compiere le più grandi imprese, e i più nobili sacrifici. Interessantissimo l'approfondimento presente nei contenuti extra sull'inquinamento spaziale, mentre il cortometraggio ivi presente, è una buona aggiunta al film, per quanto breve. Consiglio di assolutamente.
Recensioni
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