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Io alla Casa di Paolo ci sono stata, ospite con alcune colleghe nel luglio del 2022. Ogni pagina di questo libro mi ha fatto rivivere e rivedere quelle stanze, quegli oggetti, il sorriso del Giudice nei quadri, nelle foto, i disegni dei bambini, i loro giochi. Era estate e loro erano in vacanza ma li vedevamo per le strade della Kalsa. Le pagine ti accompagnano in un viaggio straziante verso il 19 luglio, ti fanno sentire ancora più vicino all'uomo, ai suoi fedeli angeli, al Giudice, alla sua famiglia e ti fanno provare tutta la sua solitudine. Le stesse pagine ti aprono il cuore quando descrivi la Casa di Paolo, la sua vita, i suoi bambini e quello che fate per loro. La fine della vita di Paolo descritta contemporaneamente alla sua rinascita. Sono passati ormai 31 anni dal quel giorno e questo libro aiuta a non dimenticare e, soprattutto, a far conoscere alle nuove generazioni la sua storia, la voglia della ricerca della verità che si fermerà solo quando la sua Agenda Rossa sarà finalmente letta da chi vuole sapere. Grazie Roberta, ti abbraccio fortissimo
Mi sono messa sulla poltrona, leggevo e mi sono emozionata fino alle lacrime. Silenziose, catartiche, ottimistiche, tenere rappresentazioni di quello che la Casa di Paolo riesce a far nascere nelle persone: la speranza di poter contribuire per il riscatto delle generazioni future. E poi il racconto di Roberta sui suoi zii, Paolo e Salvatore. Uno diventato "eroe" semplicemente per avere fatto fino in fondo il suo dovere, l'altro in perenne ricerca di Verità e Giustizia, con una infinita voglia di gridare che Paolo vive! E la testimonianza della dolcezza dell'amore di Rita e Adele, sorelle che con i loro caratteri dolci hanno costruito un nido d'amore che ha sempre sostenuto tutto e tutti, insieme alla loro madre. E poi la Signora Agnese, che nei nostri cuori rimane sempre vivo faro e le cui parole sempre saranno vivido ricordo nei nostri cuori, tanto da averle volute come fulcro della nostra cerimonia nuziale. Finalmente sono riuscita finalmente a leggere tutto di un fiato questo libro, dopo averlo iniziato nei giorni antecedenti il 19 luglio, ma che per le troppe emozioni non ero riuscita a portare a termine. Grazie Roberta, come sempre e adesso una volta di più. In quei maledetti 57 giorni tra le due stragi probabilmente è giusto inserire messaggi di ottimismo come aveva fatto tuo zio Paolo, nonostante tutto. Perché se siamo qui dopo più di trent'anni significa che davvero le loro idee possono camminare sulle nostre gambe, e di chi verrà, ancora a lungo. D'altronde abbiamo tutti un debito da dover pagare gioiosamente...
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