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Anno edizione: 2012
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Indice
11 FEBBRAIO
MARTEDÍ GRASSO
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
In assoluto uno dei miei libri preferiti, seppur non si tratti di un capolavoro. Godibilissimo e dal pubblico piuttosto trasversale. Una lettura piacevole, sensualmente culinaria, e leggera ma non troppo...Assolutamente al livello del film!
Insomma non è proprio chiaro, tante cose sono un pò fumose e anche alcuni comportamenti non spiegati. Carino ma nulla di più
Ho amato il libro e malgrado premetto sia molto diverso dal film lo straconsiglio. La scrittura è magica, con tutti quei dettagli che ricordano i libri delle favole. I personaggi sono veramente umani e rimangono nel cuore. Potrebbe non piacere il finale per chi ha visto il film ma secondo me è comunque molto bello e merita, già solo per l'atmosfera.
Recensioni
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"Il vento ha spazzato via le mie paure. Faccio un cenno di saluto all'Uomo Nero nella sua torre, e il vento mi strattona allegramente la gonna. Sono fuori di me per la gioia, piena di aspettative."
Un paesino della provincia francese, popolato soprattutto da anziani; un martedì di carnevale, un momento di collettiva euforia che verrà spazzata via dopo poche ore, lasciando dietro di sé un vago senso di colpa e di disagio. Una giovane donna, vestita con abiti colorati, estrosi; al suo fianco una bambina, piena di curiosità e di allegria: sono sicuramente straniere, i loro colori, i loro sguardi impudenti e i loro atteggiamenti spregiudicati lo dimostrano. La donna decide, dopo tanti anni di vita randagia, di fermarsi proprio in quel villaggio. Perché lì e non altrove? Alla bambina piace, quel carnevale l'ha incantata, e poi che differenza fa, lì o altrove? Così viene presa in affitto una vecchia panetteria abbandonata e in pochi giorni quel luogo polveroso subisce, quasi per incanto, una trasformazione. La Céleste Praline è il nome della deliziosa pasticceria che Vianne Rocher inaugura tra la diffidenza dei paesani, la curiosità di alcuni di loro meno integrati e l'esplicita ostilità del giovane parroco, quello che fin dall'inizio Vianne considera il suo vero nemico, l'Uomo Nero della sua infanzia. Cioccolatini, biscotti, torte, pupazzetti di marzapane, aromi inebrianti e colori vivacissimi: quella pasticceria è una vera testimonianza di allegria e di vitalità, un richiamo al piacere, al più semplice e innocente dei piaceri, un invito a socializzare, a stare insieme qualche minuto o qualche ora seduti davanti ad una tazza di cioccolata fumante e aromatica, per sentire che c'è una tregua in ogni guerra, un attimo di pausa in ogni sofferenza, una via d'uscita in ogni solitudine. Tutto ciò però è destabilizzante in un luogo in cui ognuno deve giocare un ruolo ben preciso, vestire una maschera che gli è stata attribuita fin dalla nascita, costringendolo a rimanere sempre e comunque dentro i canoni della morale corrente. E così i legami di amicizia che iniziano a stringersi intorno alla pasticceria e alla sua proprietaria hanno protagonisti particolari: il vecchio professore dolce e malinconico con il suo cane malato, la moglie irrequieta e cleptomane del violento proprietario dell'unico bar del villaggio, l'irriverente ed eccentrica signora che, ormai troppo vecchia e troppo intelligente per temere il giudizio altrui, sa prendersi gioco di tutto il perbenismo che la circonda. Pregiudizi contro libertà, tristezza contro vitalità, rancore contro disponibilità: due mentalità, due culture si scontrano attraverso la vetrina accattivante della Céleste Praline.
Per Vianne, la bella straniera, la vita non è sempre stata facile: ha avuto una vita nomade al seguito di una madre stravagante e irrequieta e ora, madre lei stessa, sente il bisogno di mettere qualche radice, di creare per sé e per sua figlia dei punti di riferimento, delle sicurezze, dei rapporti stabili. Almeno per un po' di tempo... Ma la sua mente libera, il suo spirito di tolleranza e di accoglienza non le renderanno semplice la realizzazione di questo progetto. È davvero una nemica per molti benpensanti! Per il prete, ragazzo tormentato, solo e pieno di angosce antiche, è quasi il demonio. E un po' di magia, forse solo per gioco, non manca a questa giovane donna e alla sua bambina selvaggia. La magia che sa animare le cose che ci circondano, che sa esorcizzare le paure che ci tormentano, che sa legare tra loro gli uguali con fili invisibili e resistentissimi.
Le figure di Vianne e della bambina, Anouk, sono davvero ben delineate, sincere, vive, felicemente ambigue; forse più meccanica nella sua rigidità quella di Francis Reynaud, il curato, l'Uomo Nero, sempre perdente e sempre più in difficoltà davanti alla sua perturbante nemica.
Veramente intensa è la figura di Armande, la vecchia signora eccentrica, dal cuore giovane e dall'intelligenza vivissima che, grazie anche alla magica pasticciera, riesce a instaurare un rapporto affettivo col nipote, un legame che gli permette un po' di indipendenza dall'ottusa madre, quell'unica figlia di Armande da lei così diversa. Lo spirito di libertà che La Céleste Praline emana, si diffonde e crea altre vittime. Anche il matrimonio, se basato sulla violenza e sul sopruso, non rappresenta più una istituzione intoccabile e Joséphine, la cleptomane, abbandona il marito e si rifugia da Vianne. Vittima fino a quel momento, tornata libera fisicamente e psicologicamente, troverà anche un nuovo amore, un altro irregolare, rifiutato e combattuto insieme ai suoi amici nomadi dai benpensanti del paese, sostenuto e difeso solamente dalla bella pasticciera e dalla vecchia Armande.
Il romanzo si chiude con l'idea di un nuovo figlio che cresce nel grembo di Vianne (figlio suo e di una notte magica), e coll'inesauribile desiderio di ritrovare altri spazi, altri luoghi, altre avventure, reali o forse solo dell'anima e del cuore: l'essenziale è che abbiano sempre quel delizioso, inebriante profumo di cioccolato.
A cura di Wuz.it
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