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Quando si é terminato il libro, la domanda che ci si pone, la sola possibile, é: Chessman meritava di morire nella camera a gas? Non se era colpevole, perché di molti reati lo era. Non se fosse giustificato che stesse in prigione per questo, perché lo era. La domanda riguarda invece il reato specifico per il quale é stato condannato a morte: il suo essere il "bandito della luce rossa". Potrebbe non esserlo stato, non perché lo dicesse lui, ma perché non corrisponde al suo modus operandi descritto nel rimanente del libro. E quindi é morto ingiustamente. Ma soprattutto, anche se lo fosse stato, non ha ucciso nessuno, e quindi non meritava comunque la camera a gas. Ma é stato giustiziato lo stesso, anche se in prigione si é riscattato studiando e scrivendo libri stilisticamente migliori di quelli di altri che, non solo non sono messi in prigione (e magari se lo meriterebbero per essere orrendi scrittori), ma si arricchiscono pure, alla faccia di chi gli crede. Per questo Chessman si é riabilitato, che dovrebbe poi essere, e non é, lo scopo per il quale esistono le prigioni. Brutto tipo Chessman, per ciò che racconta di sé, ma che della società americana é rimasto in credito per quanto gli é capitato. In fortissmo credito. Che in qualche modo noi posteri possiamo saldare leggendolo e ricordandolo. Massimo Trifirò.
Non è solo un romanzo carcerario (sullo stile per intenderci di "Ora d'aria" di Braly) ma è IL ROMANZO scritto dal condannato a morte, forse, più famoso degli anni '60! Il romanzo è stato scritto in carcere dallo stesso Chessman, è un libro che non lascia indifferenti perchè affronta il tema della pena di morte con cli occhi del condannato. Non a caso Edward Bunker considerava Chessman suo maestro!
In realtà ho letto questo libro alla fine degli anni settanta, quando ero un'adolescente, ed ha segnato profondamente il mio punto di vista su una questione grave e mai risolta come la pena di morte. Rivederlo in libreria mi ha emozionato.In questi tempi in cui il problema della difesa dal crimine (e dal terrorismo) è sempre più tragicamente attuale penso che questa sia una lettura a cui è impossibile rimanere indifferenti. Io lo rileggerò molto presto.
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