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«Nel vasto mondo proliferano religioni le più bizzarre. Graziano Graziani, critico e autore teatrale, ne ha fatto una sorta di inventario il «Catalogo delle religioni nuovissime» censendone 42 anche se pare ne circolino molte di più.» - Alberto Fraja, il Tempo
«Dicono "Ramen" invece di "Amen" e adorano un essere superiore che risponde al nome di Prodigioso Spaghetto Volante».Indice
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E' una lettura interessantissima scritta in modo accessibile molto scorrevole. Certo tutta una serie di queste nuove religioni nascono come parodie delle religioni vere per contestarle usando le loro stesse caratteristiche e per usufruire dei vantaggi attribuiti alle religioni dalle legislature che riconoscono loro una serie di privilegi. Anche l'idea di considerare religioni sistemi di credenze che non prevedono entità sovrannaturali mi lascia perplesso. Allora anche tutte le ideologie politiche potrebbero essere considerate religioni. Invece per le vere religioni quello che è sempre evidente è la speranza di vedere risolti i propri problemi da qualche dio che tutto può. Con un particolare interesse per la questione della morte. E rimane evidente che le religioni funzionano sempre anche in assenza di successo di questi dei in un'infinità di casi e anche con la constatazione che alla morte continui a non esserci rimedio. Di situazioni estreme ce ne sono tante anche se la vicenda della bambola gonfiabile ritenuta divina è la rappresentazione più potente del fatto che non conta quello in cui si crede ma che è fondamentale la voglia di credere in qualcosa.
Recensioni
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Il genere del catalogo ha origini antiche – ci arriva del resto dai tempi in cui si pensava di poter agilmente catalogare il mondo – e nei secoli si è evoluto in fine gioco letterario. Si tratta infatti di un’arte che richiede equilibrio tra analiticità e selezione, gusto del bizzarro e amor di rilevanza, nonché tra nozione storica e invenzione, potendo agire sui molti gradi che vanno dal “tutto vero” al “tutto falso”.
Due le case editrici italiane che ne coltivano la tradizione. Sulla sponda più classica, e orientata sulle persone, Adelphi: suo Vite immaginarie di Schwob; suoi La sinagoga degli iconoclasti e Lo stereoscopio dei solitari di Rodolfo Wilcock; suo La letteratura nazista in America di Bolaño.
Sul piano contemporaneo, e più orientato sugli eventi, c’è Quodlibet, che ci ha dato Morti favolose degli antichi e Vite efferate di papi di Dino Baldi, o ancora Incontri coi selvaggi di Jean Talon, e presso cui esce oggi il Catalogo delle religioni nuovissime, dove Graziano Graziani, già autore dell’utopico Atlante delle micronazioni, esplora l’universo dei più astrusi nuovi culti.
Si potrebbe pensare che Graziani punti sul buffo – non si può non sorridere di fronte al culto di Coltrane o agli ufologici Raeliani – o sulla provocazione (il “Flying Spaghetti Monster” dei Pastafariani nasce del resto per contestare la presunzione d’esistenza di altri più venerati ma sempre invisibili dèi), ma il libro va oltre: di fronte a culti capaci di ritrovare la trascendenza con mezzi chimici, come la Brotherhood of eternal love o la Chiesa Neo-Americana, viene da pensare che, sopraggiunta l’“era della riproducibilità tecnica dell’esperienza mistica”, anche le catene del materialismo possano essere rotte, senza per forza ricadere nel buio delle vecchie religioni organizzate.
di Vanni Santoni
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