Il canto di Natale di Topolino e altre storie ispirate a Carles Dickens

Una piacevole rivisitazione di alcune storie del celebre DIckens. Ottimo per avvicinare i più piccoli alla lettura e entrare nell'atmosfera natalizia.

Martina ci ha dato tante storie di Topolino entrate ormai nella dimensione dei classici. Questa versione del racconto celeberrimo di Dickens è un adattamento rispettoso dell'originale letterario e godibilissimo per tratto e situazioni. I personaggi Disney sono utilizzati al loro meglio come icone fuori del tempo, adattabili ad ogni situazione e periodo storico. A quando una bella edizione in grande formato comprensiva del dvd del cartone omonimo?

In occasione delle festività natalizie, Giunti sforna un volume tematico, che dal titolo e dalla copertina avrebbe dovuto essere un tomo dedicato al celebre racconto festivo di Dickens. In realtà, il sottotitolo "E altre storie ispirate a Charles Dickens" è davvero piccolino, e in ogni caso l'altra storia disneyana ispirata al noto scrittore presente nell'albo è solo una, Il Circolo Picquack, che non è un granché e che non ha nulla di natalizio. Il problema è proprio questo: il volume, che pure presenta una bella edizione, e che è nobilitato da dimensioni importanti, non appare costruito con una grande logica. Ritroviamo una trasposizione narrata dele celebre mediometraggio animato Il canto di Natale di Topolino, il cui target di riferimento è davvero molto basso: va bene giusto per un infante. Troviamo poi la famosa storia Canto di Natale, sceneggiata peraltro da Guido Martina, ma manca la trasposizione a fumetti del già citato Canto di Natale di Topolino, che dunque rimane ancora inedita nel Belpaese: quale migliore occasione di questa per portarlo finalmente in Italia? Peccato. Il tomo chiude un po' maluccio: Paperino e il canto di Natale è una breve di Barks piuttosto mediocre, che a parte il titolo non ha alcun collegamento con l'opera magna di Dickens (dunque perché inserirla?). Il Circolo Picquack, come detto poc'anzi, non ha alcunché di Natalizio, e in ogni caso non rimane molto impressa. Interessanti invece le (poche) note biografiche sul celebre scrittore britannico, ma l'impressione finale è che ci si trova dinanzi ad un lavoro parecchio approssimativo: con un minimo di logica in più avrebbe potuto essere perfetto per lo scopo che si prefissava, o quantomeno avrebbe rispettato le aspettative.