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Anche il quarto romanzo della serie ambientata nel Friuli di inizio '500 descrive amorevolmente le origini delle genti fiulane. In particolare questa volta tocca alla Carnia e alle sue popolazioni celtiche. Le origini, abitudini e credenze sono raccontate miniziosamente con particolare attenzione all'integrazione nella religione cristiana. I personaggi della serie si spostano in Carnia e partecipano alle vicende di quella terra, mentre nel paese di origine prosegue la lotta con la dama friulana fuggita a Venezia. Lettura scorrevole e piacevolissima. Per assurdo risulta meno felicemente rappresentata la lotta a distanza tra Martino ed Elena, forse troppo sbrigativa.
Nuovo episodio per Martino e pre Michele, questa volta ambientato in Carnia: al centro dell'avventura i Celti, popolo che ha vissuto anticamente in questa area. Personalmente ho apprezzato molto la nuova ambientazione e il racconto è sempre avvincente.
Friuli, 1531 Pre’ Michele è disperato. Dopo l’ennesima indigestione, questa volta contratta durante il pranzo che segue il sospirato matrimonio tra lo speziale Martino da Madrìsio e l’eterna fidanzata, la mugnaia Mèliga, è stato mandato dal suo superiore a digiunare lontano dalla contea. Il prete goloso viene spedito sei mesi in Carnia, dove dovrà sostituire il pievano di Cescláns. Partito con il morale a terra, dopo le iniziali ritrosie è accolto con affetto dalla nuova comunità, che gli fa scoprire un nuovo modo di vivere. Dopo alcuni giorni, Michele fa la conoscenza di Math, un giovane uomo molto saggio e alquanto misterioso, che gli svela poco a poco la storia del popolo Celtico, coinvolgendolo in un’avventura al limite del credibile, tra drùidi, dèmoni e antiche leggende. Nel frattempo, Martino si è calato con gioia nelle vesti di marito. Quando, vinto dalla malinconia, decide di andare a trovare l’amico pievano sui monti, in sua assenza Mèliga diventa vittima di un intrigo ed è accusata di stregoneria. Al suo ritorno, Martino scoprirà con orrore chi vi è dietro al complotto ordito per vendicarsi di lui. Messo di fronte al tragico epilogo, esploderà la sua ira. Questa è la quarta avventura nel Friuli del Cinquecento del pievano pre' Michele e dell'alchimista Martino. La storia si svolge a Cescláns, in Carnia, dove il prete entrerà in contratto con i Celti. "Tra le genti galliche, ci sono tre categorie di persone che vengono onorate in modo particolare: i bardi, i vati e i druidi. I bardi sono cantori e poeti, mentre i vati sono divinatori e filosofi della Natura. I druidi, invece, studiano contemporaneamente la filosofia della Natura e quella morale. Essi sono considerati i più giusti tra gli uomini e per questa ragione si ricorre a loro per dispute private e della comunità". Definirei questo romanzo un giallo con ambientazione storica e con rimandi alle origini della venuta dei Celti nelle Alpi friulane.
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