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Il significato e le origini della stregoneria in uno studio radicalmente innovativo
«Un'opera rivoluzionaria che affascinò non solo gli storici, ma anche letterati come Giorgio Manganelli, e segnò l'inizio fulminante della carriera dello storico italiano attualmente più noto a livello internazionale» - Massimo Rospocher, la Lettura
Nel leggere le testimonianze di questi contadini friulani, uomini e donne, vissuti tra '500 e '600, si è afferrati, come lo furono gli inquisitori, dallo stupore che si prova di fronte a qualcosa di assolutamente inaspettato. «Di notte, in casa mia, et poteva essere quattro hore di notte sul primo somno» racconta il benandante Paolo Gasparutto «mi apparse un angelo tutto tutto d'oro, come quelli delli altari, et mi chiamò, et lo spirito andò fuori ... Egli mi chiamò per nome dicendo: "Paulo, ti mandarò un benandante, et ti bisogna andare a combattere per le biade" ... Io gli resposi: "Io andarò et son obediente"». Spinti dal destino perché nati con la camicia - cioè involti nel cencio amniotico - i benandanti combattevano in spirito, tre o quattro volte all'anno, armati di mazze di finocchio, contro gli stregoni armati di canne di sorgo, per assicurare l'abbondanza dei raccolti. Gli inquisitori si convinsero che dietro questi racconti si nascondeva il sabba diabolico: i benandanti non erano nemici di streghe e stregoni, come affermavano, bensì streghe e stregoni essi stessi. Dalle voci di Anna la Rossa, di Olivo Caldo, di Michele Soppe e di tanti altri, pur filtrate dai notai dell'Inquisizione, emerge uno strato profondo di credenze contadine, altrove cancellate. Oggi i benandanti, per tanto tempo dimenticati, viaggiano in spirito per il mondo: dall'Europa, alle Americhe, alla Cina.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Per una volta, il mistero che avvolge queste pagine sembra essere fin troppo grande anche per un gigante come Carlo Ginzburg, a cui vanno comunque i meriti per aver condotto, per la prima volta, una ricerca integrale e storica sull’arte dei benandanti. Forse, per capire veramente la stregoneria e ció che ne è stato fatto di essa nei secoli precedenti e successivi, basta inciampare nelle poche righe che balenano alla mente di un ignoto e oscuro medico inglese del Seicento, Thomas Browne. Buona fortuna
Chi sono i benandanti? Stregoni, seguaci del diavolo, uomini dannati che partecipavano alle lussuriose notti del Sabba, come pensavano (volevano pensare) gli inquisitori? Oppure difensori della fede, soldati di Cristo, che durante le quattro tempora si radunavano in forma di anima - separata per tutta la notte dai loro corpi contadini - per affrontare le streghe, acerrime nemiche di Dio, in uno scontro che decideva ogni anno le sorti del raccolto? Carlo Ginzburg, uno dei più grandi storici italiani, decise in giovane età di far luce su questi personaggi dimenticati, e da lui stesso riscoperti negli atti dei processi dell'inquisizione conservati in vari archivi e biblioteche (in particolare a Udine e a Venezia). È proprio nel Friuli che il Santo Ufficio, tra la fine del '500 e per tutto il '600, dovette fare i conti con tale inedito fenomeno, che non si conformava a quello allora già codificato della stregoneria e che lasciava continuamente interdetti gli inquisitori. Successivamente alla pubblicazione di questo magnifico libro, Ginzburg si accorgerà che i benandanti, in realtà, presentano elementi in comune con fenomeni lontanissimi dal Friuli, come ad esempio gli sciamani siberiani e i táltos ungheresi. Ma questa è un'altra storia: la Storia notturna, sempre edita da Adelphi, che non smetteremo mai di ringraziare per queste pubblicazioni!
Per chi ama studiare queste oscure tematiche, questo è un libro micidiale, una miniera di spunti e riflessioni per quei lettori che osservano la realtà in modo "differente". E per essersi appassionato nella lettura di questo testo un grande come Giorgio Manganelli, già di per sè è una garanzia di assoluta qualità. Semplicemente illuminante.
Recensioni
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