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Apollo e Dioniso, due facce della stessa brillante medaglia
Da una identificazione di F. W. Nietzsche, eletta al rango di distinzione e con successo europeo spiegabile per ispirati studiosi e non comuni esperti di religione, dal fascino misterioso che Nietzsche stesso volle provvisoriamente sfatare con la sua nota protesta intellettuale antidualista e dionisiaca, ecco una individuazione non nuova ma realizzata con pari e scrupolosa precisione soltanto da taluni circoli neopagani (che essa avevano adottato in vece dell'altra, non asimmetrica, greca e latina di Zeus e Giove, o dell'altra ancora greca e germanica di Zeus e Odino) e cioè: "Apollineo e dionisiaco". Giorgio Colli non ne fa uso religioso né abuso areligioso bensì ne trova utilità filologica prima che filosofica e dopo filosofica anche, soprattutto ne trae spunto per una costruzione cosmologica-cosmogonica e non viceversa, in ciò distaccandosi del tutto dal cosiddetto nietzschianesimo ovvero 'niccianesimo', anche da sua vera parte, di gioco di società e non vano. Il risultato allora differisce dalla risultante ed il pensiero di G. Colli che si presentava felicemente discretamente estraniato, ora in epoca culturale diversa che ha separato intera mitografia da intera mitologia esentandone solo alcune culture greche, è divenuto rappresentazione, sia pure provvisoria ma decisiva e in certo modo collettiva, chiave di interpretazione storica per il ritorno dell'Orfismo in Francia e nei francesismi e per i recenti e recentissimi orientalismi non più dominanti e più interessanti nonché per gli esotismi (senza esclusione né inclusione di novità da oltreoceano)... Ma soprattutto si tratta di intelligente ed opportuno studio di filologia trasformata soggettivamente esemplarmente non tipicamente in una "concezione del mondo". La esoterica, ultima non verbale distinzione nietzschiana (nicciana) di Wotan e Marte, spiegata dalla psicoanalisi postjunghiana (J.Hillman ne scrisse precisamente ma altrimenti), è invece tutt'altro percorso intellettuale. MAURO PASTORE
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