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Dall'autrice di Lei, una storia di affetti famigliari, di donne che sanno amare.
«Una tra le più importanti scrittrici italiane di oggi» - Fulvio Panzeri, Avvenire
«Veladiano è lirica, intensa. Qualcosa di estatico e ossessivo pulsa coraggiosamente nella sua prosa» - Leonetta Bentivoglio, la Repubblica
«A tutta prima, questo Adesso che sei qui di Mariapia Veladiano lo diresti un romanzo "dentro l'Alzheimer". E si va poi sempre più configurando come romanzo nel quale l'Alzheimer riveste un ruolo da coprotagonista insieme alla persona che lo sta vivendo e a chi ha deciso di assisterla. Ma la realtà è che Adesso che sei qui è il romanzo di una vita vissuta nonostante l'Alzheimer» - Ermanno Paccagnini, la Lettura
Incontriamo zia Camilla sulla piazza di un piccolo paese non lontano dal lago di Garda e dal corso dell'Adige. Per le borsette e i cappellini tutti la chiamano la Regina, e in effetti nel portamento assomiglia alla regina d'Inghilterra, con qualche stranezza in più. Qualcuno l'ha fatta sedere sulle pietre della fontana dove la raggiunge la nipote Andreina, e un pezzo di realtà di zia Camilla si ricompone. È l'esordio, così lo chiamano, di una malattia che si è manifestata a poco a poco, a giorni alterni, finché il mondo fuori l'ha vista e da quel momento è esistita per tutti, anche per lei. Zia Camilla è sempre vissuta in campagna tra fiori, galline e gli amati orologi, nella grande casa dove la nipote è cresciuta con lei e con zio Guidangelo. Ora Andreina, che è moglie e madre mentre la zia di figli non ne ha avuti, l'assiste affettuosamente e intanto racconta in prima persona il presente e il passato delle loro vite. Una narrazione viva ed energica, come zia Camilla è sempre stata e continua a essere. Intorno e insieme a loro, parenti, amiche, altre zie, donne venute da lontano che hanno un dono unico nel prendersi cura, tutte insieme per fronteggiare questo ospite ineludibile, il «signor Alzheimer», senza perdere mai l'allegria. Perché zia Camilla riesce a regalare a tutte loro la vita come dovrebbe essere, giorni felici, fatti di quel tempo presente che ormai nessuno ha più, e per questo ricchi di senso.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Discreto
Avrei voluto leggere questo libro molto prima. Ho vissuto esperienza di demenza in famiglia e credo che il messaggio racchiuso in queste pagine sia di grande aiuto e conforto. Avere un diverso approccio alla malattia, assecondando e perché no giocando, ritornando un po tutti bambini, è sicuramente la chiave migliore, per proteggere e accompagnare i nostri cari.
Sicuramente un bellissimo libro. Ma che angoscia!
Recensioni
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Se è vero che la letteratura è passione e viscere, inafferrabile tortura e ferocia, odio e amore, vendetta e tragedia, è pur vero che, in certi casi, è possibile farne a meno; ma sono pochi, pochissimi a saper scrivere di buoni sentimenti senza risultare irrimediabilmente caramellosi e lasciando qualcosa a chi legge. È il caso del più recente romanzo della vicentina Maria Pia Veladiano, teologa, già insegnante e preside, narratrice tardivamente rivelatasi al grande pubblico, grazie al premio Calvino, circa una decina d’anni fa. In Adesso che sei qui (265 pagine, 18 euro), pubblicato dalla casa editrice Guanda, leggiamo un romanzo senza antagonisti, antieroi o cattivi, senza contrasti. O meglio, l’antagonista è una malattia infida, l’Alzheimer, che si manifesta lentamente, attaccando zia Camilla, una delle due protagoniste di questo libro, ispirata a una storia vera. L’altra è Andreina, nipote amata di Camilla, che decide di prendersene cura e non sarà la sola (tra ascolto, premure e calore umano), in una rete in cui la condivisione ha la meglio su qualsiasi fatica, in un contesto ideale di welfare, quello del Trentino, scenario della vicenda nelle sue terre più prossime al lago di Garda.
La scelta di Veladiano è di mitigare, se non bandire, desolazioni e abbrutimenti legati a un male come l’Alzheimer, che colpisce un’anziana davanti agli occhi di tutto il paese, in una calda giornata d’agosto: l’evidenza implacabile sta nell’abbigliamento decisamente fuori stagione. Zia Camilla – zia senza figli, genitrice putativa, assieme al marito Guidangelo scomparso da cinque anni, di quella nipote che era una «figlia di troppo» per la sorella – e la rete di solidarietà che si stringe attorno a lei sprigionano felicità e sorpresa, la degenerazione del corpo e della mente è inevitabile e c’è, ma non ha il sopravvento e Adesso che sei qui sembra trasformarsi in un inno alla fiducia. Andreina, che è un’insegnante, si trasferisce a casa di Camilla per accudirla. È il primo anello di una rete, che comprende vecchie amiche, assistenti familiari immigrate (con le ferite che si portano addosso…) e volontarie del progetto Alzheimer del Trentino. Tutte impegnate ad affiancare Camilla in un percorso complicatissimo: starle vicino senza ferirla, aiutarla evitando vergogne e mortificazioni. Con leggerezza, condividendo ricordi, giocando a carte, ballando e cantando, provando a modellare sempre il tempo in funzione delle esigenze di Camilla, in una ininterrotta lezione di umanità e di instancabile solidarietà, nitide come la scrittura di Veladiano, che sembra raccomandarci come il male si possa affrontare a viso aperto e imparare anche dal dolore che provoca.
La mente, nella malattia invisibile, inquietante e degenerativa che è l’Alzheimer, si smarrisce decisamente prima dei legami e dei sentimenti, ci fa capire Veladiano. C’è qualcosa che, inspiegabilmente, o forse con una spiegazione, resta, appigli veri.
Il lento perdersi di quel che resta, le sempre più frequenti amnesie della zia conducono a un bivio e a una scelta di campo, fatta di devozione e gratuità.
L’insegnante che è Andreina (voce narrante lungo tutti i capitoli) impara tanto da questa esperienza estrema e prova a trasmetterlo agli alunni in un contesto scolastico, che nel libro non di rado è affiancato, per varie ragioni, al mondo della malattia.
Recensione di Micol Treves
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