"Abitare poeticamente il mondo o abitare umanamente il mondo, in fondo, è la stessa cosa". (C.B., p.13) «Nella riflessione di Christian Bobin sull'abitare poeticamente il mondo, l'estetica ed il sentire segnano l'inizio di un Luogo dove l'umano si ricompone dentro l'impercettibile, il minuscolo, il muto e fragilissimo scorrere della vita. Un luogo amato e lontano dalle azioni e dalle parole di avidità, in cui la postura non è quella dominatrice ed utilitaristica, ma quella contemplativa, dove l'anima si fa e il soggetto è autenticamente in relazione con il cosmo di cui fa parte. L'autore ci consegna una pedagogia dell'ascolto e della ricezione, entro una visione organicista e rispettosa della vulnerabilità, emblematica posizione dentro un tempo che, di converso, ci allena a sviluppare abilità eroiche individualistiche e titaniche». (dall'introduzione di Sara Costanzo))
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