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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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“Viaggio a Echo Spring” di Olivia Laing è il primo titolo che ho letto di questa autrice. Un libro interessante e scorrevole, un viaggio nella vita di sei autori americani, F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Tennesse Williams, John Cheever, John Berryman e Raymond Carver. Dei geni, autori indimenticabili per la opere meravigliose che ci hanno donato, e delle vite patinate, forse invidiate e ammirate. Ma la realtà è tutt’altra. Dolori e ferite che si portano dall’infanzia o dall’adolescenza, pressioni esterne… trovano rifugio nell’alcol, e quindi questo è proprio un viaggio nella vita e nelle opere di questi autori, con luci e ombre, dove l’alcol ha rappresentato il medesimo comune denominatore.
Fragilità, solitudine, benzina indispensabile a dare avvio alla pagina? Da quali lontanissime e imperscrutabili radici arriva la necessità del bere? Da isole troppo spoglie nelle confusioni dell'intimità? Da reazioni contro questo sobrio mortorio umano? Dal desiderio di primeggiare in una maledizione rovinosa? L'anima crolla in queste domande come fra bottiglie finite presto, e non ha senso per chi legge star lì a indagare, a scavare come un archeologo impettito ragioni e contro ragioni. Disastro di dentro che cerca forse la vera matematica del silenzio per dare alla concentrazione i suoi neuroni più pronti; scialo, vita sciupata, sperpero e sonnolenza, ma se questo torce ogni bevuta nella luce di prove magnifiche, accettiamo il miracolo e amen. Questo libro è un incanto, è un viaggio fra declini e ossessioni, cocci di cuore resi poesia e scabra bellezza acerba germogliata in altissima letteratura. Che sia i deserti del loro sentire troppo la vita, o i debiti del loro mancare un ruolo in società a far fiorire poi la mano sul foglio di uno Scott Fitzgerald o di un John Cheever, o di quel furibondo estremo cantore del breve, dell'episodio, dell'attimo che fu Raymond Carver, tutto questo non importa. Le morali camminano stufe e stanche sui sentieri della verità di dentro, dunque se questa è abitata da un vizio, da una scelta strana, da una debolezza frequente, incurabile, bisogna amare l'esito, il traguardo, non le condizioni o gli addendi che lo hanno creato. La luce è lì dentro chiara, come in un recipiente assolto. Basta con gli stucchevoli bacchettonismi di una borghesia stantia, ridicola, basta col vento di giustezza ipocrita che non eleva di un millimetro la sanità e la meraviglia della vita. Qui siamo nell'esattezza dello smisurato, siamo in un oasi di annegati davvero, ma Santo cielo, che compagnia!! Non abbiate paura di uscire a cena con questo libro, lui vi rispetterà, non vi obbligherà ad ore alticce. I veri beoni sono altri, i falsi venditori di buonsenso.
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