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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2023
Un’oscura magione persa nelle campagne e una stanza chiusa custode di inaccessibili segreti nel romanzo d’esordio dell’autrice di Dai tuoi occhi solamente.
«Un corposo e appassionante romanzo. Un romanzo senza etichette, già maturo e di impianto robustamente classico, dove fatti e personaggi, azioni e psicologie, realtà e illusioni, ci restituiscono il piacere del testo e della lettura». - Massimo Novelli, la Repubblica
«Francesca Diotallevi è una delle giovani autrici che più stimo nel panorama della letteratura italiana. I suoi libri sono raffinati, ha una scrittura da cesello e bulino». - Stefania Auci
Si possono coltivare le passioni in un tempo ingeneroso? Qualcosa di torbido e inesprimibile affiora alla superficie di questo romanzo. Ed è indefinito, difficilmente afferrabile eppure persistente, come il profumo che porta addosso Lucilla Flores, protagonista di questa storia fosca e al tempo stesso delicata e malinconica. Francesca Diotallevi, con una capacità di raccontare fuori dal comune, ci porta in una piccola provincia del Piemonte della seconda metà dell’Ottocento, dentro la casa di un aristocratico dedito a vigneti e poco d’altro. Dove la servitù inganna il tempo di un lavoro sempre uguale con qualche ingenuo pettegolezzo, e dove arriva a servizio un maggiordomo che prende il posto del vecchio zio appena scomparso. Ma nessun dio oscuro e severo sarebbe stato capace di tanto dolore e di tanta ingiustizia: verso una bimba innocente, e verso la moglie del conte, Lucilla, una donna con il volto «velato di oscurità», smarrita dentro un segreto che non le si addice, che non dovrebbe appartenerle, lei, la creatura più lieve, sospesa e innocente che si possa immaginare. Le stanze buie è una dichiarazione d’amore alle passioni, alla poesia, alla bellezza della natura, a quel femminile che ci meraviglia ogni volta che si rivela a noi. La storia di un amore negato, la prepotenza di un mondo chiuso e meschino, capace soltanto di nascondere, di reprimere, di lasciare che esistenze intere si lascino coprire dalla polvere della storia senza riscatto e senza futuro. Tra queste stanze ferite dal pregiudizio e dall’indifferenza, Francesca Diotallevi trova, però, una luce e una delicatezza quasi preraffaelita e in questo contrasto affila una lama che taglia sempre perfettamente. E mostra che la felicità non è nelle cose del mondo, se il tempo è ostile.
COME COMINCIA
Quando il carillon appare sul banco d’asta, il vociare della folla che gremisce la sala si è ridotto a un indistinto brusio. Una pigra confusione si è impadronita della stanza. Le donne agitano i ventagli, nervose per via del gran caldo, gli uomini accendono i primi sigari. Spirali di fumo si disperdono oltre i tendaggi, lasciando l’aria impregnata di un odore pungente. L’atmosfera di trepidante attesa con cui si è aperta l’asta sembra essersi dissolta nel nulla, così come il febbrile interesse che ha portato qua la maggior parte dei presenti. Guardo i loro volti: mi appaiono grossolani, volgari. Gli sguardi, che solo fino a qualche ora prima erano accesi di morbosa attenzione, scemano in espressioni più indifferenti. Non sono compratori, ma semplici curiosi, attirati più dal pettegolezzo che dall’acquisto di pezzi di valore. Molti di loro non si sarebbero nemmeno degnati di venire, se i titoli dei giornali non avessero catturato il loro sguardo e acceso il loro interesse. La gente si appassiona alle tragedie. All'asta il mobilio della casa stregata era riportato sul quotidiano che ho scorso questa mattina, prima di decidermi a uscire di casa. Non è stata una decisione facile ma, infine, eccomi qua.
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Nella malinconica provincia torinese della seconda metà dell'ottocento, un maggiordomo eredita l'impiego lavorativo di un compianto zio mai conosciuto. Al suo arrivo, presso la dimora del conte Flores prendono vita dinamiche che celano ambigui personaggi e antichi misteri. Un avvicendarsi di situazioni che spalancano porte su colpi di scena e inaspettati epiloghi. Una narrazione magnifica sorregge e guida le fila di questa storia. L'atmosfera che la pervade è gotica dalla prima all'ultima pagina, dosata con la sapienza e il fascino di un classico vittoriano. Francesca Diotallevi dà abilissima prova di una scrittura dallo stile cinematografico dove le scene e i dialoghi sembrano dare forma a un copione per il grande schermo.
Un romanzo gotico che ha il sapore delle letture d'altri tempi, ben costruito e ottimamente raccontato. Da non perdere.
Le stanze buie è un libro bellissimo: un congegno narrativo perfetto, una lingua accurata di sapore classico, dei personaggi indimenticabili. Mirabile fusione di noir, atmosfere gotiche con qualche scenario decadente e romanzo psicologico, quest'opera coinvolge ed appassiona. Il ritmo è incalzante, ma l'azione e i colpi di scena non vanno mai a scapito della riflessione. Si ritrova il piacere di una lettura che trasporta altrove e fa immergere in se stessi, sospinta non solo dalla curiosità per gli sviluppi, ma anche dalla profondità dei temi. L' autrice gioca con i classici -Malombra di Fogazzaro in particolare- e vi allude, talvolta anche scopertamente, rileggendoli con una mentalità contemporanea e da un punto di vista femminile inedito. La casa è protagonista in quanto nasconde e rivela: nasconde un passato tenebroso e inenarrabili fatti di sangue che a poco a poco si dipanano nella narrazione; rivela la storia di Vittorio, che conosce la propria identità e si riappropria di se stesso, comprendendo che "gli spettri vivono dentro di noi, gli spettri talvolta siamo noi", perché specchio delle nostre paure e dei nostri desideri più profondi.
Recensioni
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