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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2024
Anno edizione: 1998
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Ammetto che come primo approccio alla Ortese non è il libro giusto, così caotico che mi ha parecchio confusa nel corso delle pagine. Eppure trascina il lettore, lo accompagna e poi lo lascia indietro col suo stile arzigogolato e quasi impossibile. Non saprei come definirlo, forse perché non lo sa neanche la stessa autrice...un misto di emozioni che si mescolano come in un frullatore.
Le frustrazioni di una lettrice pignola. Ho impiegato più di un mese per finire questo libro. Più volte sono stata tentata di abbandonarlo e più volte sono stata tentata di farlo volare fuori dalla finestra per la rabbia di non riuscire a capirlo fino in fondo e ad entrare in quella poetica così peculiare e decisamente impenetrabile. Stoicamente ho resistito e non mi sono data per vinta, non volevo. Scrivo questa recensione “a freddo”, come un bilancio, ma non riesco a dare una valutazione: alla fine di queste 554 pagine alcune intuizioni che avevo avuto durante la lettura si sono rivelate corrette, ma alcune cose mi rimangono ancora oscure (e la cosa mi fa una gran rabbia!). D’altronde è la stessa Ortese a dire, nella nota scritta in occasione dell’edizione del 1985, “Toledo, quando finito, risultò sigillato, cifrato, e insieme inconsulto e caotico; CHIUSO A ME STESSA”: descrizione perfetta di un libro talmente personale e letteralmente cifrato, da risultare a tratti quasi incomprensibile al lettore.
'Il porto di toledo' è un libro stupendo. Sono rimasta piacevolmente colpita dalla scrittura della Ortese leggendo ‘poveri e semplici’ (un altro romanzo della stessa scrittrice) e per questo ho voluto leggere anche ‘il porto di toledo’. La scrittura è leggermente più arzigogolata rispetto a quella di ‘poveri e semplici’ (a tratti è quasi complessa da seguire) ma la trama, l’ambientazione e i personaggi vi terranno incollati alle pagine. Molto consigliato a tutti.
Recensioni
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