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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 1993
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In Aion C. G. Jung (1951) disegna empiricamente una invisibile anatomia dell'anima dalle sue disiectia membra. Ed è per via di una virtù magnetica che Aion nel contributo delle Opere di C. G. Jung rappresenta di fatto l'arcanum par excellence che lo scienziato svizzero analizza al telescopio di una polioftalmia per i simboli del Sè costatando come la psiche, quest'"obscurum per obscurius ignotum per ignotius" sia davvero poco o quasi inaccessibile se non si comprendono i simboli della quaternità, le tetradi, le tetrasomie e tetramerie gnostiche e il mandala quadripartito. Simboli di un empiria dei processi dell'inconscio laddove emergono e si attivano costellazioni archetipiche del sognatore attorno alla sua orbita rimandando alle regioni spirituali accessibili all'Io: un mandala, un vas, siffatto "vas Hermeticum", una città, una fonte come per la coppa di Anacreonte, rivisitazione frigia del miracolo di Cana e del Coribante Cilleno cosa rivelataci da Ippolito che Jung stesso soleva menzionare con sparse citazioni. Un richiamo è il magnete "che sta come la pietra eraclea al ferro"(Ippolito, Elenchos). Ed è un magnes noster la cui scintilla commista, è una composizione e mistura della natura crepuscolare che ristà come un raggio (radius) tra le tenebre e la luce, un germe che ritorna all'originale consustanzialità (homoousion) paterna e reclama il regno del Padre. Quest'ultimo come Osiride e padre di Arpocrate è fratello nemico di Seth ma in definitiva è da da questa triade di Padre,Figlio e Spirito Santo o quaternità gnostica, Lapis, homo, Serpens, Ombra che l'uno ricomporrà il quarto (Axioma Mariae) e che l'identità degli opposti rivelerà una figliolanza perfetta laddove il consustanziale è il regno e dove l'anima viene ricondotta a ciò che le è proprio (to oikeion), il luogo d'origine di Mercurio,l'eterno pittore e artefice, Dio o Leo antiquus, il Leo Viridis, o il piombo dei saggi, colui che che è in possesso delle chiavi dell'Opera.
C. G. Jung non tradisce termini e concetti "ad usum medici" presi a prestito dalla sue esperienza clinica declinando un resoconto della psicoterapia e facendo un bilancio del suo tempo in quella che era la psicologia accademica ed il suo ruolo attivo nelle scienze mediche dall'ascesa di Freud e Adler, a moderno concetto di mana e di abreazione catartica fino a delucidare in varie guise analitiche le dinamiche che avvengono nel contesto del setting nella relazione tra il terapeuta e il paziente. Una testimonianza in primis dello psichiatra svizzero dello sfondo storico e comparativo della psicologia del profondo. Ma Jung nella sua "persona medici" declina soprattutto quelle istanze empiriche che lo ponevano in asimmetria e divergenza teorica con la psicoanalisi di Freud. Un breve resoconto della psicologia medica è data poi al risalto di emergenti concetti che sembravano al padre della psicologia analitica un territorio misconosciuto per la psicologia empirica: l'alchimia. Ed è con la serie di immagini del Rosarium philosophorum, (testo sinottico del 1350 attribuito ad Arnaldo Da Villanova) che lo psicologo zurighese introdurrà il moderno concetto di traslazione discutendo l'impegno etico dell'analista nel porsi con il paziente , i problemi quindi della traslazione e riaccreditandone il valore della Coniunctio, "rapport" o reapproachment nel pieno contesto delle sue considerevoli teorie e nell'ampio inventario della psicologia generale e delle scienze dello spirito.
In "La psicologia della traslazione" Jung indaga un continente inesplorato e vergine per la psicologia del profondo. Il testo a cui risale è la serie di immagini del Rosarium philosophorum, un manoscritto di cui si serve come epitome del profondo per le visioni degli alchimisti e degli antichi maestri. Lo psicologo svizzero traccia un immagine di Mercurio e del bagno alchemico, fontana mercuriale e triplex nomine che sorge da potente krater di immagini primigenie e solchi che servono da sentori per siffatti contenuti psichici. Dal sulcus primigenius la visione di un triunarius o "vas Hermetis" ai bordi della fontana raggiunge il significato di una "quaternità quadratica" o temenos (la vasca, il triplex, il succus lunariae, vinum ardens, lac virginis, i tubi della fontana sono immagini potenti di riattivazione del numinosum ove l'anima viene afferrata e riportata de facto al solco di una liminalità che vede Mercurio quale processo di emersione dallo stato liquido a gassoso al vero e proprio aurum potabile o balneum Mariae, il bagno chimico degli opposti Rex e Regina. E' questa la componente di Anima ed Animus che Jung emerge dal segreto incestuoso, tabù di un unione endogamica che viene protratta tra fratello e sorella, madre e figlio e complesso parentali. Questa quaternità è infatti ancora imperfetta per gli antichi filosofi e deve raggiungere gli stadi della congiunzione fino a quell'identità del Sè con un dio interiore circoscritto all'interno di questo Rotundum e liberato con un artifex o atto di grazia miracolosa dell'opera (Donum Dei Spiritus sancti). I sogni come le visioni sono varianti individuali come Jung ebbe a dire di un'esperienza irripetibile ben definita nell'inconscio collettivo ove proprio queste varianti storico-religiose e archetipiche sono ben compensate in un amalgama psichica che lo psicologo zurighese denominerà essere la "matrix" ossia il Mercurio stesso: l'esperienza limite dell'inconscio e la complessa analisi dei processi onirici.
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