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Più che un libro un depistaggio culturale. I due autori contestano l'accusa nei confronti di elementi deviati dello Stato, omettendo molti fatti ormai agli atti e dilungarsi in personali idee della giurisprudenza. Nel saggio di Lupo, in particolare, si trovano molti "Io penso", "a me sembra", "mi pare", di cui il lettore francamente non se ne fa nulla.
Il libro è articolato in 2 parti, lo sguardo dello storico ( S.Lupo ) e quello del giurista ( G.Fiandaca ) più un Appendice finale. L'ho trovato molto molto interessante, un'altra chiave di lettura di questo periodo buio della nostra storia. Lo considero ultra politicamente-scorretto, è normale che sia stato molto criticato, ma pone dei dubbi ( storici e giuridici ) che fanno riflettere. Sottolinea incongruenze, a cominciare dal fatto che il processo di Palermo non sta in piedi nè sul piano giuridico nè storico-politico, dal "reato di trattativa" che non esiste, fino ad arrivare alla lotta fra poteri che si è instaurata nel biennio 92-93, criticando molto la magistratura (vedi Ingroia poi entrato in politica). Ho trovato interessante anche la critica ai mass-media, pare che ormai ci sia la caccia allo scoop a detta degli Autori, criticando la "giustizia delle emozioni" sottolineando che ci si trova di fronte ad una situazione di partigianeria (anche dei paladini antimafia) nel quale ogni assoluzione/archiviazione è data dai "nemici del male" (massoneria servizi segreti politici collusi ecc.) senza appellarsi a valori fondamentali dello Stato di diritto (garantismo penale) e in cui l'informazione appunto gioca ad attrarre più spettatori possibili, giocando all'audience strumentalizzando notizie di fronte a tante inesattezze. Sicuramente comunque la parte che ha fatto più scalpore e il cosiddetto "stato di necessità"("Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona...") in cui i 2 Autori diciamo che giustificano la trattiva per interesse nazionale. Comunque la si pensi è da leggere e riflettere, insieme alla lettura di altri libri che tra l'altro vengono anche citati spesso con accezione negativa ("Io so" di Antonio Ingroia..e io aggiungo altri di Travaglio). Forse la verità non la sapremo mai...chi lo sa, staremo a vedere.
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