Lucio Fontana è stato un pittore, ceramista e scultore italiano, celebre per i “tagli”, che tutti chiamano così, ma il cui vero nome è in realtà Concetto Spaziale-Attesa e Concetto Spaziale-Attese, a seconda che sulla tela ce ne sia solo uno o di più: la sua opera/simbolo, quella che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo e che ha una lavorazione solo all’apparenza facilissima.
Nasce in Argentina nel 1899. Il padre Luigi Fontana, architetto e scultore di Varese si era trasferito lì nel 1891, dove aveva avviato un’impresa di decorazioni architettoniche.
Nel 1905 ritorna con la famiglia in Italia. Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale, torna in Argentina nel 1922, dove realizza diverse opere pubbliche, scultoree e decorative. Nel 1927 torna a Milano e frequenta l’Accademia di Brera, seguendo i corsi dello scultore Adolfo Wildt e dove rimane fino al 1940. Allo scoppiare della Seconda guerra mondiale si stabilisce nuovamente in Argentina, dove con altri artisti elabora teorie e concetti che confluiscono nel Manifiesto Blanco, pubblicato nel 1946.
L’anno successivo torna in Italia, dove rimane fino alla morte nel 1968, vivendo tra Milano e Comabbio, in provincia di Varese.
«Chi dice che per fare dell’arte occorra proprio fare “cose difficili”? E chi dice che occorra servirsi dei mezzi tradizionali? Quando, per la prima volta, l’uomo ha sentito il desiderio di dipingere non aveva certamente a sua disposizione un pennello o una tela.»