Fabrizio Denunzio è ricercatore in Sociologia dei processi culturali presso l'Università degli Studi di Salerno dove insegna Media, conflitti e soggettività. Si occupa di industria culturale e di teoria sociale. Per Orthotes ha curato il volume A. Gramsci, Sul giornalismo. Un percorso attraverso i Quaderni del carcere (2017). Ripetizioni senza differenze Gilles Deleuze amava ripetere che una scelta si definisce sempre in base a ciò che essa esclude, quasi a sostenere l’intima dipendenza dell’ordine logico inerente alla scelta dai fattori esclusi. Nel corso di questa ricerca sono almeno tre gli argomenti su cui non si è presa parola, o meglio, sono stati indicati ma solo per essere subito dopo abbandonati: il discorso dei marxisti francesi su Verne; le illustrazioni dei suoi libri; il romanzo algerino Clovis Dardentor. Le ragioni di tale esclusione in parte sono state dettate dalla sostanziale estraneità di questi argomenti dal campione: in nessuno dei saggi analizzati si fa riferimento al Dardentor; tranne un fugace accenno reperibile in Butor, nessuno degli autori riflette sul rapporto tra le illustrazioni e la scrittura; a parte le due note dedicate a Macherey e a Chesneaux nel saggio di de Certeau, nessuno degli interventi pensa di dover fare ricorso a categorie marxiane, o di confrontarsi con il discorso marxista su Verne. L’esclusione, in parte, tendeva a riflettere questa estraneità. Dal suo canto Pierre Bourdieu amava insistere sulla necessità di reintegrare nell’analisi proprio ciò che i discorsi analizzati avevano escluso, quasi a sostenere la possibile invalidazione delle proprie argomentazioni a fronte di quelle che, strategicamente, venivano messe a tacere. In realtà, se a questo preziosissimo precetto metodologico la parte finale di questa ricerca sente di dover ricorrere lo fa, piuttosto, per verificare la validità del suo esatto contrario: se marxisti verniani francesi, illustratori e illustrazioni, il Dardentor sono stati esclusi è accaduto perché, estranei a quanto il campione metteva in forma, avrebbero confermato per intero quanto si è venuto sostenendo più volte rispetto al colonialismo francese: la profonda e convinta adesione di Verne al progetto imperialista francese nel caso del discorso marxista; il razzismo di matrice cattolica in quello delle illustrazioni del Servadac; il sentimento di appropriazione e svuotamento nel raccontare l’Algeria del Dardentor.