(Fano 1880 - Roma 1952) scrittore e compositore italiano. Dopo studi a Monaco, collaborò tra il ’12 e il ’15 alla «Tribuna», al «Corriere della sera» e al «Resto del Carlino» con servizi sulle guerre balcaniche. Dal ’15 svolse, presso vari periodici, attività di critico musicale; fu tra i fondatori della «Ronda» (1919). Scrisse due opere musicali, Medusa (1914) ed Emiral (1915); ha lasciato estrose pagine di impressioni e di divagazioni, di cronaca e di memoria, caratterizzate dalla sontuosità barocca delle immagini e da un gusto bizzarramente surrealista. Nelle cronache musicali, l’osservazione del critico viene trasformata da un vivo linguaggio metaforico; nelle prose di viaggio, le impressioni sono rese in frammenti disorganici, folti di paradossi e di «colore»: ma i valori culturali che stanno al centro delle sue annotazioni sono quelli nazionali e tradizionali, con la difesa del gusto classicistico e il rifiuto delle esperienze d’avanguardia: Delirama (1924), Il sorcio nel violino (1926), Il paese del melodramma (1929), Parigi (1933), Il sole in trappola (1941), Il viaggiatore volante (1946), La lotteria clandestina (La loterie clandestine, 1948). Barocca confessione autobiografica sono i Capricci di vegliardo (1951). Uscirono postumi Lo stivale (1952) e Il libro dei viaggi (1963).