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Nello scorso numero abbiamo parlato di apocalissi possibili e misure da prendere, tra l’affidarsi alle piante suggerito da Richard Powers nel Sussurro del mondo e l’affidarsi sempre alle piante, ma psicotrope, suggerito da Michael Pollan in Come cambiare la tua mente. È tuttavia opportuno prepararsi all’eventuale cambio di paradigma con un’adeguata contestualizzazione – quella che non arriva dai media mainstream, arenati in un misto di incomprensione strutturale e vago negazionismo. La crisi è complessa, dato che all’emergenza climatica si accompagnano la sopravvenuta “era della post-verità”, con fasce crescenti di popolazione non più in grado di discernere le fonti di una notizia proprio mentre si moltiplicano le possibilità tecnologiche della falsificazione; la crisi della democrazia rappresentativa da ciò alimentata; i frutti tossici di quest’ultima, quali sorveglianza di massa, complottismo assurto a pensiero comune e autoritarismi di ritorno.
Tornare a Walden, quindi; magari attraverso l’interessante saggio Techno-Thoreau: Aesthetics, Ecology and the Capitalocene di David Lombard.
E se non bastasse, be’, si può seguire la linea di Thoreau in modo ancora più radicale, prendendo spunto da chi le lotte per la terra le ha fatte letteralmente durante un’era oscura, come racconta un pamphlet uscito per le valsusine edizioni Tabor. La guerra delle foreste racconta come la lotta per la terra e le utopie comunitariste siano precedenti alla concettualizzazione dell’anarchismo (o al trasferimento in campagna di Henry David Thoreau): ne risulta un breviario radicale da tenere presente per quando arriverà il momento del “ritorno al bosco”.
Recensione di Vanni Santoni
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