(Siviglia 1836 - Madrid 1870) poeta spagnolo. Le sue Rime (Rimas, 1860-61) sono espressione di un romanticismo elegiaco e dolente, non insensibile a certo gusto «nordico» penetrato nella letteratura spagnola soprattutto attraverso l’opera di Heine e di Byron. Motivi dominanti della poesia di B. (priva di asprezze sonore e di magniloquenza, attenta alla frase dimessa e melodiosa) sono la solitudine dell’io nell’universo e la brama di infinito, l’amore che vince la morte e trasfigura i gesti quotidiani, un senso inquieto dell’oltretomba, la nostalgia del passato (soprattutto di un idealizzato medioevo), i sogni perenni dell’uomo, il mistero della realtà naturale. Notevoli anche i suoi libri in prosa, una prosa lirica insieme dolce e vibratile, carica di intime risonanze e di finezze pittoriche: Dalla mia cella (Desde mi celda, 1864), le bellissime Leggende (Leyendas, 1860-65), Abbozzi (Esbozos), Storia delle chiese di Spagna (Historia de los templos de España); e i suoi scritti teatrali, raccolti nel volume postumo Teatro de G.A.B. (1949). L’opera di B. non fu senza influssi su quella di Unamuno e J.R. Jiménez, al quale ultimo va il merito di aver scoperto la grandezza di questo scrittore, ben poco celebrato in vita.