André Breton è stato uno scrittore francese. Iniziati a Parigi gli studi universitari di medicina (neuropsichiatria), fu chiamato, durante la prima guerra mondiale, a prestar servizio in ospedali psichiatrici. La lettura delle opere di Freud e i rapporti con Apollinaire determinarono la sua vocazione. Alla fine della guerra, B. si dedicò a teorizzare, promuovere, esemplificare e vivere esperienze di dissociazione psichica, di automatismo dell’espressione, di viaggio ai confini della coscienza, che gruppi e movimenti dell’avanguardia letteraria e artistica venivano proponendo in quegli anni. Fondò, con L. Aragon e Ph. Soupault, la rivista «Littérature» (1919) e fece esperimenti, in collaborazione con Soupault, di scrittura automatica: Campi magnetici (Les champs magnétiques, 1920); fu in rapporto con T. Tzara e il movimento dadaista; nel 1921 visitò Freud. Con i poeti P. Eluard e R. Desnos e i pittori F. Picabia e M. Ernst diede vita (1924) alla «Centrale di ricerche surrealiste» e pubblicò il primo Manifesto del surrealismo. Seguirono anni di polemiche e di rapporti assai complessi con i movimenti politici di sinistra, in particolare con il partito comunista francese, cui B. aderì per un certo tempo (la rottura definitiva avverrà nel 1933). Sono di quegli anni i saggi Passi perduti (Les pas perdus, 1924) e Legittima difesa (Légitime défense, 1926), il racconto Nadja (1928), sconcertante antiromanzo fra il sogno, la casualità e la realtà, e L’immacolata concezione (L’immaculée conception, con P. Eluard, 1930), un esperimento di simulazione delle varie patologie del linguaggio. Dopo la rottura con Aragon continuò, a livello ormai internazionale, la sua attività di «sacerdote e dittatore» del movimento surrealista. Prima della guerra uscirono alcuni dei suoi libri più importanti: Vasi comunicanti (Les vases communicants, 1932), L’amore folle (L’amour fou, 1937), la Antologia dell’humour nero (Anthologie de l’humour noir, 1937). La sconfitta francese del 1940 portò B. negli Stati Uniti, dove fondò la rivista «VVV», insieme a M. Duchamp, M. Ernst e D. Hare. Dopo il ritorno in patria, prese ancora posizione in campo culturale e politico obbedendo sempre al mito dell’«avanguardia»; nel 1948 pubblicò un’antologia della sua poesia, Poesie (Poèmes); nel 1953 tracciò un bilancio del decennio precedente in Sentieri della libertà (La clef des champs). Per anni la critica ha visto in B. l’organizzatore di cultura, il fondatore e maggior teorico del surrealismo. In seguito si è cominciato a conoscere meglio anche il valore intrinseco della sua poesia e della sua prosa. B. si è espresso nelle forme più varie, in ossequio al principio per cui il surrealista non deve fare «letteratura». Sembrano destinate a resistere al tempo l’orgogliosa lucidità della sua prosa, ritmata su cadenze classiche, modello a quella di poeti come R. Char o di prosatori come A. Camus, e la veemenza di alcune sue pagine di poesia, con impeti e scatti di gaiezza su un fondo di tenebra e di delirio. Nel 2018n esce per Abscondita Il surrealismo e la pittura.
Fonte immagine: copertina del volume Pesce solubile di André Breton, Fernandel 2024