Filosofo e giornalista francese, uno dei più noti esponenti, insieme con André Glucksmann, del gruppo dei 'nuovi filosofi'. Dopo la laurea in filosofia all’Ecole Normale Supérieure di Parigi, fece un viaggio in Bangladesh, di cui parlò nel suo primo libro, Bangla-Desch: nationalisme dans la révolution (1973).
Nei suoi primi lavori, in particolare La barbarie dal volto umano (1977), Lévy svolse una radicale critica della società contemporanea, attaccando violentemente sia il comunismo sia il capitalismo, considerati ideologie ingannevoli che la filosofia, 'guardando in faccia l'orrore', deve smascherare. Con Il testamento di Dio (1979) recuperò le istanze dell'originario insegnamento biblico, secondo cui l'esistenza deve configurarsi come resistenza al disordine del mondo e alla violenza. In seguito pubblicò L'ideologia francese (1981), Il diavolo in testa (1986), Elogio degli intellettuali (1987).
Difensore instancabile dei diritti umani, ha sostenuto la causa dei musulmani di Bosnia, come testimonia Bosnia!, un film documentario girato nel 1994. Al 2002 risale I dannati della guerra, in cui l’autore esamina le guerre che non sono oggetto costante dell’attenzione dei mass media e che, quindi, parrebbero quasi non esistere.
Lévy insegna filosofia all’Ecole Normale Supérieure di Parigi e all’Università di Strasburgo. È sposato con l'attrice e cantante Arielle Dombasle.
(da: Encarta)