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Già il titolo è forviante in quanto non esiste nessun caso appurato al mondo di morte la cui causa sia l'assunzione di cannabis. Quando tutto il mondo va nella direzione opposta mi sembra anacronistico continuare a seguire la via del proibizionismo, dove si è legalizzata ci sono stati solo effetti benefici ed è diminuita la percentuale dei giovani che la utilizzano (infatti levando il fascino del proibito si elimina parte dell'interesse). Ormai è evidente che i benefici sono assai superiori dei problemi che crea, si potrebbero creare nuovi posti di lavoro, utilizzarla in ricerca scientifica e in medicina, levare diversi miliardi di euro alla mafia, creare plastica biodegradabile, biocarburante, energia green, meno processi quindi giustizia più efficiente e tribunali più liberi e meno affollamento carcerario. Con questo non voglio dire che faccia bene, gli abusi non fanno bene in generale ma ad oggi continuare a demonizzare la canapa mi sembra più un metodo per continuare a salvaguardare gli interessi di chi ha le mani in pasta nel mercato nero mantenendo lo status quo e non una vera lotta alla droga.
Se finora ci si era illusi che le canne non fossero droga ma semplicemente “canne”, questo libro vi farà cambiare idea: la cannabis e i suoi derivati (hashish e marijuana), sono droghe pesanti, anche se purtroppo non percepite come tali – e proprio per questo ancora più pericolose. Lo consiglio a tutti coloro che vogliono smettere di fare uso di cannabis, ma soprattutto a quanti stanno per iniziare a usarla. Testo da leggere senza pregiudizi, anche perché è ben scritto e ottimamente documentato.
Libro di propaganda proibizionista (leggendolo sembra di tornare indietro di 90 anni, ai tempi di Harry Anslinger, quando si diceva che per una canna si poteva morire!). Chi volesse invece fare luce sull'argomento in maniera più "neutra" e oggettiva consiglio "Cannabis non solo fumo" di Bernardo Parrella. PS: se questo libro dicesse il giusto gente come me sarebbe già in manicomio o sotto terra!
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