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Anno edizione: 2022
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Considerato un capolavoro della narrativa olandese del Novecento, La camera oscura di Damocle è un thriller potente, che si nutre del baratro esistenziale e morale in cui è gettato un paese in guerra.
Viso sproporzionato e glabro, vocetta acuta, statura appena troppo bassa per l'arruolamento nell'esercito, poca istruzione, la madre folle a carico che qualche anno prima gli ha ammazzato il padre e una tabaccheria che, in una cittadina di provincia, gestisce insieme alla moglie-cugina di sette anni più grande di lui: questo è il ritratto del giovane Osewoudt quando, nel maggio 1940, i nazisti occupano l'Olanda. A sconvolgere la sua grigia esistenza è l'arrivo nel negozio del misterioso Dorbeck, un ufficiale olandese uguale a lui «come il negativo di una foto è uguale al positivo», o come «un budino riuscito bene» somiglia a «un budino malriuscito». Incaricando Osewoudt di sviluppare un rullino fotografico, Dorbeck lo ingaggia di fatto nella resistenza e da questo momento in poi, a più riprese, compare e scompare nel nulla lasciandogli missioni importanti e drammatiche. Osewoudt, accompagnato dalla sua Leica, ubbidisce con una caparbietà pari all'incomprensione delle proprie azioni sanguinarie. È l'inizio di un vortice di travestimenti e cambi d'identità che confonde amici e nemici, traditori e traditi, buoni e cattivi, fino al caos morale dell'immediato dopoguerra, quando si cercherà di far tornare conti che non tornano. Capolavoro di uno dei massimi scrittori olandesi, La camera oscura di Damocle (1958) è un romanzo sulla condizione umana in forma di grande thriller, in cui il realismo minuzioso, che fino all'ultimo si ostina a proporre topografie precise e descrizioni accurate dei gesti, sembra spogliarsi man mano della sua pretesa di oggettività per farsi ambiguo e vano come una fotografia tutta nera.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro particolare che lascia un giudizio sospeso, A tratti altissimo , in altri momenti pasticciato, in altri ancora magistrale, bisogna attendere, lasciarlo sedimentare nella sua complessità . E' un romanzo che contiene tutto, sentimenti puri e anche morbosi , non inquadrabile solo nel genere "di guerra" , o giallo, l'ambientazione storica stessa (occupazione nazista in Olanda) è solo un pretesto al fine di creare un conflitto tra bene e male, con confusione ricorrente dei ruoli tra boia e vittime in un susseguirsi incessante - anche un po' caotico ed eccessivo,- di pericolo e azione, passioni violente e delitti. Ed è centrale, centralissima, la figura di Osewoudt, un omarino fragile e ridicolo, capace tuttavia di azioni eroiche quanto ciniche, un personaggio complesso e ambiguo a tratti disturbante con quei suoi tratti efebici - minuto , voce in falsetto, completamente glabro- in balia del suo alter ego e mentore :Dorbeck un uomo dalle sue stesse sembianze ma più maschio e dominante, un doppio come il negativo ed il positivo della stessa immagine con cui. si confonde e confonde gli altri fino ad apparire (forse) la stessa persona o quantomeno l'anima nera che muove il personaggio nelle azioni . Questo alter ego dominate costringe il protagonista a schierarsi nella resistenza in un crescendo di delitti e suspence . È un libro che bisogna aspettare a giudicare in via definitiva. lasciarlo lavorare , E' un racconto che ti lascia molto da pensare e solo questo è già un grande successo per chi legge
L'ambientazione storica sembra essere un artifizio per raccontare una vicenda surreale in cui il protagonista sembra trovarsi sempre dalla parte sbagliata, o, meglio, viene sempre visto come se si trovasse o fosse trovato dalla parte sbagliata. Il suo lasciarsi coinvolgere, non prendere decisioni autonome, delegare le scelte ad un'altra persona lo trascina in un abisso da cui non sara' possibile uscire.
Ne ha parlato bene Milan Kundera: occorre altro per leggerlo?
Recensioni
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