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La bottega dei falsautori. Il grande bluff della musica pop - Fabrizio Basciano - copertina
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La bottega dei falsautori. Il grande bluff della musica pop - Fabrizio Basciano - copertina

Descrizione


La canzone è la forma d'arte più fruita in assoluto: brevità e immediatezza la rendono accessibile più di qualsiasi altra forma musicale. Chiunque è stato appassionato, nel corso della sua esistenza, anche solo di una singola canzone, "autore", album o genere di musica leggera; chiunque si è trovato a pronunciare frasi come «mi piace molto la musica di Renato Zero», «sono un grande fan della musica di Gianni Morandi», «non vivrei senza la musica di Claudio Baglioni», «la musica di Roberto Vecchioni è pura poesia», e così via. Ebbene, buona parte di quello che abbiamo sempre pensato essere il prodotto della penna o della mente dei nostri beniamini è in realtà totalmente o parzialmente riferibile a veri e propri ghost writer, o, meglio ancora, ghost composer, compositori fantasma il cui lavoro viene menzionato, per una semplice questione di diritti d'autore, nei minuscoli credits sul retro dei CD. E oggi che il CD non esiste quasi più, oggi che quasi tutta la musica che ascoltiamo è digitale, i nomi di quei compositori fantasma, noti nel gergo come arrangiatori o produttori musicali, non compaiono da nessuna parte. «La bottega dei falsautori» si rivolge dunque al grande pubblico della canzone leggera con l'intento di dare a Cesare quel che è di Cesare, andando così a colmare un'enorme lacuna che media e critici di settore continuano ad alimentare. Un vero e proprio sondaggio, presente in apertura del libro, documenta numericamente un'enorme distorsione percettiva che impedisce di possedere, costruire, maneggiare, conoscere una vera storia della musica leggera, una versione autentica e non totalmente falsata del percorso che l'arte del suono ha avuto da un secolo a questa parte. «La bottega dei falsautori» è qui per questo motivo, per fare chiarezza in un mondo che di chiaro ha le sole luci della ribalta. Presentazione di Marco Travaglio, prefazione di Elvidio Surian e post di Federico Capitoni.
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Dettagli

2018
1 marzo 2018
192 p., Brossura
9788862315197

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piergiorgio minoli
Recensioni: 1/5

La tesi dell'autore è contestabile sotto molti aspetti. Trovo scorretto affermare che sia più importante la produzione e l'arrangiamento della scrittura di musica e testo e dell'interpretazione di una canzone. Si afferma che la melodia e il testo da sole non sono sufficienti. Mi chiedo: senza la melodia e il testo sarebbe forse sufficiente il lavoro di produttore e arrangiatore? I testi inoltre possono sicuramente avere un valore autonomo e contribuiscono in maniera determinante al successo di alcune canzoni. Senza alcun senso l'esperimento di abbinare testi a musiche di canzoni diversissime per dimostrare che non hanno valore autonomo. E' ovvio che un testo vada bene solo per certe musiche e non altre. Si contesta al sistema attuale di non far conoscere tutti i ruoli al pubblico ma questo è vero in qualsiasi campo dove senza approfondimenti certi aspetti non vengono conosciuti.Mi sembra poi maniacale prendersela quando si parla della musica di questo o quel cantante intendendo l'interprete. E' ovvio che si intende la musica delle canzoni cantate da quel cantante senza voler per forza dire che l'autore è solo chi canta. Non ha neanche molto senso dire che sapere del coinvolgimento di altre figure distruggerebbe l'appeal della canzone. Le canzoni vengono innanzitutto giudicate per come arrivano al pubblico. Il pubblico giudica il risultato finale. Per questo è così importante chi le propone al pubblico cioè l'interprete, . . Per il brano Eppure sentire cantato da Elisa, Wikipedia tacerebbe il ruolo di Buonvino autore della musica. La prima riga (non l'ultima) della descrizione del brano è questa: “Il testo del brano è stato scritto dalla cantautrice giuliana su musica di Paolo Buonvino”. Stesso discorso per Senza fiato cantato dai Negramaro. Su Wikipedia nell'elenco delle loro canzoni a quel titolo appare scritto musica: Paolo Buonvino.

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Paolo
Recensioni: 5/5

Tutto quello che è contemporaneo pare vero ed immutabile. Eppure costumi e abitudini, subiscono - nei tempi lunghi della storia - modificazioni sostanziali. Quello che pareva vero diventa, dopo qualche decennio, non più credibile. Così, in questo bel libro di Fabrizio Basciano, si fa una lettura ineccepibile delle abitudini autoriali della musica leggera (termine quanto mai improprio, come scoprirete leggendo il libro), che - causa una lunga serie di cattivi motivi - portano la musica verso una deriva che non le appartiene, ma alla quale crediamo tutti senza remore. Si arriva a credere che la musica sia figlia solo di testi bizzosi o melodie estemporanee, dimenticandosi che essa è la conseguenza di un processo creativo più complesso, al quale partecipano una lunga serie (spesso dimenticata) di professionisti, primi tra tutti i produttori e gli arrangiatori! Dimenticati perché solo autori di testi e di melodie hanno la pretesa ( riconosciuta dalla SIAE) di firmare le canzoni. Eppure, la storia bene ce lo insegna, l’opera barocca ha visto furoreggiare librettisti o cantanti, mai gli autori delle musiche (spesso dimenticati pure dalle locandine). Vizio comune, si penserà... certo è che, con le ottime osservazioni dell’autore (ne ricordo soprattutto una: la critica musicale è sovente figlia dell’improvvisazione, che la fa parlare senza cognizione di causa e completamente a digiuno di quella formazione tecnica che dovrebbe essere la base del suo esercizio), accompagnate da interessanti ed illuminanti interviste ai professionisti della canzonetta (popolar music, come gli studiosi anglosassoni ben ci ricordano), si arriva ad una illuminazione che rischiara il presente, aprendo una nuova prospettiva critica, ricordandoci che le cattive abitudini sono sempre destinate a scomparire o a ridimensionarsi, così come i cantanti dell’opera barocca - allora stelle impareggiabili - oggi sono diventati pulviscolo rispetto ai macigni dei compositori a loro coevi!

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Stella
Recensioni: 5/5

Questo libro è utile sia agli addetti ai lavori sia per chi è solo utente di musica e nulla sa di ciò che sta dietro alla comparsa sul mercato di buona e cattiva musica. Le scuole, soprattutto i licei musicali, dovrebbero adottate questo testo di lettura e approfondimento.

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