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Il libro in generale mi è piaciuto, anche se non troppo entusiasmato. Alcune parti si potevano sintetizzare (o saltare proprio), visto che non apportavano nulla alla storia, che comunque si legge velocemente.
Ho letto vari libri di Camilla, ma questo e' il piu' brutto; troppo prolisso, si perde descrivendo tantissimo la vita familiare di varie coppie; offre pochissimi colpi di scena, alternando presente e passato come al solito; originale solo la parte storica sulla seconda guerra mondiale; non ho messo 1 perche' il colpo di scena e' proprio nel finale, ma nel complesso non un buon libro
Che noia che barba, che barba che noia...per riprendere un detto famoso. Si salvano le ultime 100 pagine, ma che fatica arrivarci. Storia troppo melensa, pappine, cioccolatini, pannolini, gravidanze inattese, pianti isterici, ex che rispuntano, dialoghi sdolcinati e stucchevoli che non fanno nemmeno gli adolescenti, più che un giallo uno sconclusionato fotoromanzo. Storia trascinata con forza dall'autrice per tre quarti della narrazione, di tutti i libri letti della Lackberg quello più insipido, poco ispirato, insieme alla Principessa di Ghiaccio.Non riesco proprio a capire chi ha dato un voto alto, purtroppo l'ho letto perché alcune recensioni erano buone, mi sono fidato, sbagliando.
Recensioni
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A meno di un anno dalla pubblicazione dell’ultimo romanzo della serie, L’uccello del malaugurio, ritornano i protagonisti di Camilla Läckberg: la scrittrice Erica Falck e suo marito, il vicecommissario di polizia Patrik Hedström.
Molti dei suoi lettori abituali, avvezzi alle trame poliziesche e amanti dei gialli svedesi scritti bene, si staranno sicuramente domandando che aria tiri a Fjällbacka. Sapranno infatti che la ridente cittadina costiera della Svezia, battuta dal vento e popolata da pescatori e qualche sparuto turista, ha sempre un mistero da nascondere. La vita nei piccoli villaggi di periferia solitamente scorre via senza scossoni, tra incombenze quotidiane e qualche piccola ricorrenza speciale, ma se si tratta della Svezia, cioè della patria del thriller contemporaneo, le regole sono ben diverse.
In questo quinto episodio Erica e Patrik, rimasti finalmente soli nella loro grande casa dopo che la sorella minore di Erica, Anna, è andata a vivere con il suo fidanzato, possono dedicarsi alle loro passioni. Erica deve assolutamente ricominciare a scrivere, perché il suo editore preme per avere la bozza del suo nuovo romanzo, invece Patrik ha lasciato momentaneamente il lavoro in polizia per dedicarsi a tempo pieno alla piccola Maya, che inizia a muovere i primi passi.
Tutto potrebbe scorrere liscio se non fosse per due piccoli strani episodi: Erica ha trovato in un vecchio baule in soffitta una medaglia nazista, avvolta in una camicia per bambino macchiata di sangue; Patrik, invece, ha trovato un cadavere. Seduto alla poltrona della sua biblioteca, il cranio spaccato, il sangue rappreso e un tappeto di mosche a infestare la stanza, c’è Erik Frankel, uno dei due figli del vecchio medico condotto del paese, esperto di storia nazista e collezionista di memorabilia. Si tratta, guarda caso, della stessa persona a cui Erica si era rivolta qualche mese prima, quando aveva trovato la medaglia in soffitta, per avere maggiori informazioni sulla possibile provenienza, ma anche dell’uomo descritto in molte pagine del vecchio diario di Elsy, la madre di Erica. Malgrado il congedo parentale e le scadenza contrattuali, per Erica e Patrik è davvero impossibile non farsi coinvolgere da questa storia.
Quando muore un genitore alcuni aspetti segreti della sua vita vengono inevitabilmente a galla. Erica aveva a lungo esitato prima di aprire i diari di sua madre. Più che altro temeva di compromettere il ricordo che aveva di lei scoprendo delle cose che forse non voleva conoscere. Alla fine però aveva ceduto, riportando alla luce una storia tremenda, risalente al 1943, quando Elsy aveva 13 anni e la Germania aveva invaso la Norvegia. In quell’epoca oscura Fjällbacka era un tranquillo villaggio di pescatori, l’eco della guerra in Europa penetrava nelle case solo attraverso i notiziari della radio, eppure la famiglia di Elsy, che trasportava merci nei mari del Nord, stava correndo dei grossi rischi.
Una trama che si dipana su due piani temporali, le vicende della seconda guerra mondiale e l’epoca attuale, intramezzata da moltissimi siparietti comici legati alla stazione di polizia più sconclusionata di Svezia, ma anche le vicende sentimentali di Erica e degli altri componenti della sua famiglia allargata, rendono questo nuovo romanzo, a detta di molti, il migliore della serie.
Camilla Läckberg conferma ancora una volta di essere tra i grandi maestri del genere thriller scandinavo e nello stesso tempo si distingue per un’abilità tutta femminile di mescolare le vicende private dei suoi protagonisti, tendenzialmente rintanati nelle loro vite abitudinarie come tutti i cittadini nordeuropei, con i grandi temi della storia recente. Lo fa utilizzando al meglio le tecniche della narrazione di genere, creando attese e tensioni crescenti, distribuendo indizi, insinuando dubbi, coinvolgendo il lettore in una spirale in cui ogni personaggio, nessuno escluso, potrebbe essere l’assassino.
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